Mercati Asiatici – Prevalgono ancora le vendite su Cina e Giappone

Altra seduta di vendite su Cina e Giappone in scia alla seduta sottotono di ieri a Wall Street, in un mercato che continua a monitorare gli sviluppi della situazione in Ucraina e appesantito dai timori che il rialzo dei prezzi delle commodity possa alimentare l’inflazione e frenare la crescita economica.

I negoziati tra Ucraina e Russia hanno fatto pochi progressi per raggiungere il cessate il fuoco, alimentando il clima di avversione al rischio sui mercati, anche se il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha aperto ad un compromesso sui territori del Donbass e della Crimea.

Nel frattempo, il presidente cinese Xi Jinping ha affermato che la Cina è disposta a comunicare e coordinarsi con Francia, Germania e Unione Europea per “svolgere un ruolo attivo con la comunità internazionale secondo le esigenze di tutte le parti interessate”.

Il presidente americano Joe Biden potrebbe ha annunciato che gli Usa non importeranno più combustibili fossili dalla Russia,che dal canto suo minaccia di tagliare l’offerta di gas naturale all’Europa attraverso il Nord Stream 1.

Le preoccupazioni sulle interruzioni nelle forniture a causa della guerra in Ucraina e delle conseguenti sanzioni alla Russia stanno causando un’impennata dei prezzi delle commodity, tra cui grano, metalli, gas e petrolio.

La guerra esercita ulteriore pressione sulle banche centrali di tutto il Mondo, chiamate a contrastare l’inflazione senza compromettere la crescita. La Federal Reserve statunitense è in procinto di aumentare i tassi di interesse nel corso di questo mese per la prima volta dal 2018.

Sul fronte macro, in Giappone il Pil del quarto trimestre 2022, nella lettura finale è salito del 4,6% su base annuale (+5,6% le attese e +5,4% la rilevazione precedente) e dell’1,1% rispetto al trimestre precedente (+1,4% le stime e +1,3% il dato precedente).

Sempre sul versante macro, in Cina a febbraio l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,9% su base annua (+0,9% il consensus e +0,9% la rilevazione precedente), mentre l’indice dei prezzi alla produzione è aumentato dell’8,8% su base annua (+8,7% le attese e +9,1% il dato precedente).

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si muove in area 1,0921 mentre il dollaro yen a 115,81. Tra le materie prime, sale ancora il petrolio con il Brent (+1,8%) a 130,32 e il Wti (+1,5%) a 125,59 dollari al barile. Oro a 2.048,20 dollari l’oncia (+0,2%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen lasciano sul terreno rispettivamente il 2,1% e il 2,5%. Hong Kong a -2%.

In Giappone il Nikkei e il Topix cedono rispettivamente lo 0,3% e lo 0,1%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (-0,3%), S&P 500 (-0,7%), Dow Jones (-0,6%).