Mercati – Piazza Affari (+4,8%) accelera insieme all’Europa

Le borse europee estendono i guadagni e i futures di Wall Street puntano verso un avvio in rimonta, dopo le vendite delle ultime sedute in scia alla guerra in Ucraina e all’impennata dei prezzi delle materie prime.

Il Ftse Mib di Milano guadagna il 4,8% riportandosi in area 23.400 punti, ben intonato come il Dax di Francoforte (+5%), il Cac 40 di Parigi (+4,7%), l’Ibex 35 di Madrid (+3,3%) e il Ftse 100 di Londra (+1,8%).

Progressi tra l’1,5% e il 2% per i derivati su Dow Jones, S&P500 e Nasdaq, all’indomani dell’embargo statunitense nei confronti dei combustibili fossili dalla Russia.

Secondo le indicazioni odierne degli analisti, l’impatto sull’economia globale derivante dall’escalation di tensioni e sanzioni contro Mosca sembra essere già stato riflesso nei prezzi dell’azionario, che quindi rappresentano un’opportunità di acquisto. Gli operatori sperano anche in colloqui a più alto livello tra Russia e Ucraina, con il possibile coinvolgimento di un Paese terzo.

Sullo sfondo restano però le preoccupazioni per l’interruzione di forniture, che hanno fatto schizzare i prezzi delle commodities su massimi pluriennali, alimentando ulteriormente le pressioni inflazionistiche che già preoccupavano i mercati e le banche centrali.

A tal proposito, questo giovedì si riunirà la Bce, che dovrebbe mantenere un atteggiamento cauto alla luce del conflitto in Ucraina, mentre la prossima settimana toccherà alla Bank of England e soprattutto alla Federal Reserve, che dovrebbe aumentare i tassi di 25 punti base.

Intanto le forze russe hanno intensificato i bombardamenti su Kiev, mentre sempre più società continuano a sospendere le attività in Russia (tra le ultime Coca-Cola, McDonald’s e Starbucks). Fitch ha tagliato il rating creditizio del Paese, affermando che il default delle obbligazioni è “imminente”. Il mercato azionario russo resta chiuso nel tentativo di evitare contraccolpi sui prezzi delle aziende locali.

Sul Forex l’euro/dollaro risale a 1,098 e il cambio tra biglietto verde e yen si attesta a 105,9, in attesa anche dei dati di domani sull’inflazione statunitense. In Italia, si segnala il calo oltre le attese della produzione industriale a gennaio (-3,4% mensile, -2,6% annuo).

Tra le materie prime, rifiatano le quotazioni del greggio con il Brent (-1,3%) a 126,3 dollari e il Wti (-1,7%) a 121,6 dollari, all’indomani dei rialzi innescati dal divieto di importazioni di petrolio russo da parte di Usa e Regno Unito. La Gran Bretagna ha invece evitato l’embargo su gas e carbone.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si riduce a 143 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,63%.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanzano in particolare Pirelli (+9,7%), Stm (+8,8%), Stellantis (+8,8%) e Unicredit (+8,5%), mentre arretrano Tenaris (-3,1%), Saipem (-2,1%) ed Eni (-0,9%), sostenute ieri dal greggio.