Mercati Usa – Apertura in calo dopo ulteriore accelerazione dell’inflazione a febbraio

Partenza negativa a Wall Street, dopo che i dati sull’inflazione Usa a febbraio hanno mostrato un’accelerazione per il sesto meso consecutivo e la mancanza di progressi nei negoziati tra Russia e Ucraina.

Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede l’1,3%, lo S&P 500 l’1,2% e il Dow Jones l’1,15%.

Lo scorso mese, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati in linea alle attese dello 0,8% su base mensile e del 7,9% su base annua, accelerando ulteriormente rispetto al +0,6% e al +7,5% registrato a gennaio.

In attesa della riunione della Federal Reserve della prossima settimana, oggi la Bce ha annunciato a sorpresa che accelererà il ritiro dei propri stimoli monetari, segnalando che il programma di acquisti asset potrebbe terminare nel terzo trimestre.

Una decisione che sottolinea la volontà delle banche centrali di dare la priorità alla lotta per contenere le pressioni sui prezzi piuttosto che alla necessità di continuare a sostenere la ripresa economica, nonostante l’incertezza legata alla crisi Ucraina.

Sul fronte geopolitico, il primo incontro dallo scoppio del conflitto tra il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba si è concluso con un nulla di fatto, anche se le parti hanno deciso di continuare i colloqui in questa forma.

Intanto sul Forex il biglietto verde si rafforza nei confronti delle altre valute, con gli investitori che digeriscono i dati sull’inflazione Usa in linea alle attese ma che per la maggior parte si riferiscono a prima dell’inizio della guerra. Il cambio euro/dollaro arretra a 1,103 mentre il dollaro/yen si riporta oltre quota 116.

Tra le materie prime riprende la corsa delle quotazioni del greggio dopo il tonfo di ieri con il Brent (+4,5%) a 116,3 dollari e il Wti (+3,6%) a 112,7 dollari, in un contesto che si conferma volatile a causa delle difficoltà degli operatori di valutare il pieno impatto del conflitto tra Russia e Ucraina sulle dinamiche di domanda e offerta del mercato delle commodity.

Nel comparto obbligazionario, infine, i rendimenti del decennale e del biennale americani salgono di circa tre punti base, rispettivamente all’1,98% e all’1,71%.