Nel primo semestre dell’esercizio 2021-2022, chiuso al 31 dicembre 2021, il gruppo Danieli ha consuntivato ricavi operativi pari a 1.568,3 milioni, aumentati del 23% rispetto al pari periodo dell’anno precedente.
Nello specifico, il settore Plant making ha registrato ricavi per 863,9 milioni (-7% a/a), mentre il comparto Steel making ha raddoppiato i ricavi a 704,4 milioni.
L’Ebitda è aumentato del 22% a 116,4 milioni, trainato dal settore Steel Making che ha beneficiato di prezzi e volumi elevati pur avendo sofferto una marginalità compromessa a fine anno dal costo triplicato dei fattori energetici e con un settore Plant Making con margini soddisfacenti seppure ancora limitati per gli avanzamenti ancora bassi dei nuovi progetti sviluppati concordati con i clienti.
L’utile netto di competenza del gruppo balza a 59,7 milioni da 14,1 milioni a fine dicembre 2020, sostenuto dai proventi finanziari per differenze cambio legate all’allineamento della cassa e delle altre poste di bilancio espresse in Usd al cambio del 31 dicembre 2021 verso l’euro (utili per 34,7 milioni vs perdite per 53,5 milioni dell’anno precedente).
A fine dicembre 2021 la liquidità netta si esprime in 934,9 milioni, in calo da 1002 milioni a fine giugno 2021.
Il portafoglio ordini del gruppo risulta ben diversificato per area geografica e per linea di prodotto e ammonta, al 31 dicembre 2021, a 4.050 milioni (di cui 612 milioni nel settore
della produzione di acciai speciali) rispetto a 3.534 milioni al 30 giugno 2021 (di cui 622
milioni per acciai speciali).
L’intervento militare in Ucraina ha generato un persistente aumento dei costi nei fattori energetici che potrebbe impattare negativamente sul risultato di ABS Steel Making se confermato nel tempo, mentre per il settore Danieli Plant Making non sono in essere ad oggi progetti di valore significativo in Ucraina, dove rimangono attivi solo alcuni progetti con clienti russi (per un valore di circa il 1,7% del portafoglio ordini del gruppo al 31 dicembre 2021) seppure con rallentamenti derivanti dalle limitazioni finanziarie poste sulle banche russe.
Pur con le rilevanti incertezze connesse all’attuale contesto geopolitico ed economico Danieli riporta che il Gruppo non sia esposto in misura significativa a rischi derivanti dai mercati russo e ucraino, nei quali si è realizzato nel semestre chiuso al 31 dicembre 2021 un volume di produzione del 3% pari a 49 milioni (erano 185 milioni nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2021).
Danieli ritiene, infine, prudente rivedere le guidance economiche per il 2021/2022 presentate ad ottobre 2021 per il settore Plant Making, con un calo del fatturato e marginalità del 10%, mentre per ABS Steel Making i ricavi potrebbero essere più alti di quelli previsti ma con una marginalità in proporzione inferiore del 10-15% per l’effetto della volatilità dei costi dei fattori produttivi ed energetici utilizzati.