Mercati asiatici – Seduta di vendite, giù in particolare Giappone e Hong Kong

Seduta a tinte rosse per le principali borse asiatiche dopo che l’inflazione statunitense ha raggiunto il livello più alto degli ultimi quattro decenni, rafforzando le aspettative di rialzi dei tassi più aggressivi.

Ad alimentare le vendite anche il fatto che gli Stati Uniti avrebbero identificato cinque società cinesi che potrebbero essere delistate da Wall Street, rinnovando le preoccupazioni circa un inasprimento normativo.

Il sentiment continua a risentire delle incertezze sulla guerra delle Russia in Ucraina, dopo che i colloqui tra i rispettivi ministri degli esteri di ieri hanno portato a un nulla di fatto.

Gli investitori sono quindi preoccupati di come l’economia mondiale possa lottare con le pressioni sui prezzi e il rallentamento della crescita.

Secondo i dati macro di ieri, infatti, l’inflazione al consumo negli Stati Uniti è balzata del 7,9% annualizzato a febbraio, il più grande aumento degli ultimi 40 anni. L’impennata ha implicato che il FOMC potrebbe muoversi “in modo più aggressivo” per frenare l’inflazione, come promesso dal presidente della Fed Jerome Powell la scorsa settimana.

I mercati si aspettano già che la Federal Reserve aumenti il ​​tasso obiettivo dei Fed funds di 25 punti base alla conclusione della riunione di politica monetaria della prossima settimana.

Le aspettative di una politica monetaria più restrittiva sono state alimentate anche dalle ultime indicazioni della Banca centrale europea, che ieri ha dichiarato che interromperà l’acquisto di obbligazioni nel terzo trimestre.

Intanto, gli Stati Uniti, insieme al G7 e all’Unione Europea, si muoveranno per revocare lo status di “nazione più favorita” della Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina.

Togliere alla Russia lo status di nazione favorita potrebbe aprire la strada agli Stati Uniti e ai suoi alleati per imporre dazi su un’ampia gamma di merci russe, il che aumenterebbe ulteriormente la pressione sull’economia globale.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,099 mentre il dollaro yen sale a 116,67. Tra le materie prime, riprende la corsa del petrolio con il Brent (+2,3%) a 111,81 e il Wti (+1,8%) a 107,95 dollari al barile. Oro a 1.995 dollari l’oncia (-0,3%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen in flessione dello 0,2% e 0,1%. Giù Hong Kong a -1,4%.

Vendite più pronunciate in Giappone per il Nikkei e il Topix, rispettivamente a -2,1% e -1,7%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (-0,9%), Dow Jones (-0,3%), S&P500(-0,4%).