La fusione con Bper “non è un salvataggio, ma un’evoluzione di Carige che darà risultati importanti”.
Lo ha dichiarato in un’intervista ad Affari & Finanza de La Repubblica Francesco Guido, Ceo di Carige, che fra qualche mese, una volta finalizzato il passaggio del controll dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a Bper, lascerà la banca di cui aveva assunto il timone poco più di due anni fa.
“Considerate anche il contesto in cui abbiamo operato, con i soggetti indicati per la business combination e quindi con la domanda sul valore di Carige. L’intervento del Fondo non è un aumento di capitale per sanare, ma un contributo richiesto per l’integrazione. Un’ottima operazione per tutti. Non a caso dopo l’annuncio della business combination gli analisti hanno subito parlato di innalzamento del target price per Bper. E l’elenco dei benefici continua, se si considerano anche le Dta”, ha riportato il manager.
“Ci saranno vantaggi anche per Carige che oggi paga per la raccolta sei volte quello che paga Bper e che dopo la fusione avrà un beneficio stimato in circa 100 milioni. E poi questa è soprattutto un’ottima operazione per la Liguria, perché la banca sarà più forte e potrà servire ancora meglio le famiglie e le imprese, che oggi sono già 40.000”, ha precisato il manager.
“Carige si è salvata da sola. La banca ha messo in campo la sua resilienza, ha fatto leva sul suo personale straordinario, su un cda che ha dato tutto quello che poteva dare, su un territorio che ha mostrato grande fiducia. E i risultati sono arrivati. Siamo partiti con volumi più che dimezzati, una redditività azzoppata, una base reputazionale bassissima, ma alla fine abbiamo centrato i nostri risultati”, ha sottolineato Guido.