Le borse europee chiudono in rialzo, sostenute dalle speranze di progressi nelle trattative fra Russia e Ucraina, mentre Wall Street prosegue positiva in attesa delle delibere della Federal Reserve. Il Ftse Mib di Milano guadagna il 3,3% e torna a 24.284 punti, ben intonato come il Dax di Francoforte (+3,8%), il Cac 40 di Parigi (+3,7%), l’Ibex 35 di Madrid (+1,8%) e il Ftse 100 di Londra (+1,7%). Bene anche i listini americani Dow Jones (+1,2%), S&P500 (+1,6%) e Nasdaq (+2,7%).
Secondo quanto riportato dal Financial Times, Mosca e Kiev starebbero discutendo un piano di pace che includerebbe il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe laddove l’Ucraina dichiari la neutralità e accetti limiti alle forze armate.
La notizia ha fornito ulteriore supporto ai mercati, che in precedenza hanno beneficiato anche dell’impegno del governo di Pechino a supportare maggiormente l’economia e dei progressi nel confronto con gli Stati Uniti sulle regole per le società cinesi quotate a Wall Street.
Il tutto in attesa delle decisioni della Fed, che con ogni probabilità aumenterà i tassi di interesse per la prima volta dal 2018, di 25 punti base, avviando un ciclo di strette monetarie per contrastare l’inflazione.
Intanto, i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno evidenziato un rallentamento a febbraio, complice l’impatto dei maggiori prezzi sul potere d’acquisto dei consumatori, mentre il sentiment dei costruttori di case è sceso ai minimi da sei mesi, a rimarcare la necessità di un approccio cauto nella rimozione degli stimoli monetari per non danneggiare l’economia.
Dall’agenda macroeconomica sono giunti pure i dati finali di febbraio sull’inflazione italiana (+5,7% annuo, ai massimi dal 1995).
In giornata l’attenzione si è focalizzata anche sulla scadenza delle cedole su due bond russi denominati in dollari (117 milioni complessivi), al fine di valutare la solvibilità di Mosca malgrado le sanzioni dei Paesi occidentali. Stante la possibilità di sfruttare un periodo di grazia di 30 giorni per onorare il debito, per Fitch anche un pagamento in rubli rappresenterebbe un evento default.
Sul Forex il cambio euro/dollaro si apprezza a 1,10 mentre il cambio fra biglietto verde e yen sale a 118,5.
Tra le materie prime, seduta incerta per le quotazioni del greggio con il Brent (-0,9%) a 99,0 dollari e il Wti (-0,1%) a 96,3 dollari, dopo aver cancellato nei giorni scorsi gran parte dei guadagni seguiti allo scoppio della guerra. Intanto, la Libia ha esortato l’OPEC+ ad aumentare l’offerta più rapidamente.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si riduce a 150 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo all’1,89%.
Tornando a Piazza Affari, fra le big cap gli acquisti premiano soprattutto Banco Bpm (+8,7%), Interpump (+7,9%), Stm (+7,5%), Bper (+7,3%) mentre arretrano Italgas (-1,4%), Tenaris (-1,5%), Terna (-2,7%) e Leonardo (-4,9%).


























