Mercati – Milano accelera (+3,1%) con il Vecchio Continente

Mattinata positiva per le borse europee e per i futures di Wall Street, in attesa delle delibere della Federal Reserve. Il Ftse Mib di Milano avanza del 3,1% e torna in area 24.220 punti, ben intonato come il Cac 40 di Parigi (+3,3%), il Dax di Francoforte (+3%), l’Ibex 35 di Madrid (+2%) e il Ftse 100 di Londra (+1,2%). Rialzi tra l’1,1% e l’1,9% anche per i derivati su Dow Jones, S&P500 e Nasdaq, dopo la chiusura positiva di ieri.

Il sentiment è sostenuto anche dall’impegno del governo di Pechino a supportare maggiormente l’economia domestica e dai progressi nel confronto con gli Stati Uniti sulle regole per le società cinesi quotate a Wall Street. Dinamica che ha riportato la propensione al rischio su listini della prima potenza asiatica, spingendo Shanghai a +3,5%, Shenzhen a +4% e Hong Kong a +9,1%, dopo le vendite per i timori di ritorsioni dagli Usa in caso di sostegno alla Russia.

Oggi dovrebbero riprendere i colloqui tra Mosca e Kiev per tentare di porre fine alle ostilità. Un consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha definito i negoziati “difficili”, ma ha anche aperto ad un compromesso, mentre Putin sostiene che l’Ucraina non sia “seria” nel risolvere il conflitto.

Intanto la Russia è chiamata al pagamento degli interessi su due bond sovrani per complessivi 117 milioni di dollari, un appuntamento chiave per valutare la solvenza del Paese nell’ambito del braccio di ferro con i Paesi occidentali sulle sanzioni.

Questa sera l’attenzione si sposterà sulla Fed, che con ogni probabilità aumenterà i tassi di interesse di 25 punti base, avviando un ciclo di strette monetarie per contrastare l’elevata inflazione, sebbene la crisi in Ucraina abbia complicato il compito della banca centrale, chiamata a contenere i prezzi senza danneggiare la ripresa economica.

Dall’agenda macroeconomica sono giunti i dati finali di febbraio sull’inflazione italiana (+6,2% annuo l’indice armonizzato UE), mentre nel pomeriggio in Usa usciranno i dati sulle vendite al dettaglio dello scorso mese.

Sul Forex il cambio euro/dollaro si apprezza a 1,099 mentre il cambio fra biglietto verde e yen è stabile a 108,3.

Tra le materie prime, le quotazioni del greggio hanno cancellato gran parte dei guadagni seguiti allo scoppio della guerra, appesantite dai nuovi lockdown introdotti in Cina che minacciano la domanda. Dopo la forte discesa degli ultimi giorni, il Brent (-0,5%) si attesta a 99,3 dollari e il Wti (-0,6%) a 95,9 dollari.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si riduce a 152 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,91%.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap gli acquisti premiano soprattutto Stm (+6,8%), Unicredit (+6,6%), Interpump (+6,3%) e Moncler (+6,3%), mentre arretrano Tenaris (-2,3%), Eni (-1,3%) e Italgas (-0,9%).