Intermonte ha archiviato il 2021 con ricavi pari a 43,8 milioni (+7,7% a/a), grazie al contributo positivo di tutte le aree, in particolare dell’Investment Banking e del Sales & Trading.
Il Sales & Trading ha consuntivato ricavi per 15,9 milioni (+10,1%; 36,4% dei ricavi), mentre il giro d’affari dell’Investment Banking si è attestato a 11,4 milioni (+19,5%; 26,1% dei ricavi). Il fatturato del Global Markets è sceso a 13 milioni (-4,1%; 29,7% dei ricavi), mentre il giro d’affari del Digitale e Advisory è ammontato a 3,4 milioni (+11,6%; 7,9% dei ricavi).
I costi operativi, al netto di quelli one off legati all’Ipo, sono aumentati a 29,5 milioni (+3,5%), un trend decisamente inferiore a quello della crescita dei ricavi. I costi one off sostenuti nel 2021 relativi all’Ipo sono ammontati a 2,5 milioni.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto adjusted di 9,1 milioni (+17%). Includendo anche gli oneri straordinari, l’utile netto è stato pari a 7,2 milioni (-7,2%).
Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre 2021 il patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2021 è pari a 63,9 milioni (80,9 milioni a fine 2020). Tale numero non include nessun avviamento iscritto a bilancio.
La solidità patrimoniale del gruppo è particolarmente elevata, avendo raggiungendo un Total Capital Ratio pari al 44%, di molto superiore ai requisiti patrimoniali SREP assegnati da Banca d’Italia. A partire da giugno 2021, la Sim ha beneficiato dell’introduzione della nuova direttiva Europea per gli Intermediari finanziari che ha introdotto requisiti patrimoniali più in linea con l’attività degli intermediari finanziari.
I primi due mesi del 2022 hanno evidenziato una buona crescita dei ricavi, guidati principalmente da una performance positiva delle business unit Sales & Trading e Digital Division & Advisory, oltre che da un contributo molto positivo della business unit Investment Banking.
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