Mercati – Milano prosegue negativa con il Vecchio Continente

Wall Street apre incerta e le borse europee si confermano in calo, con il Ftse Mib in ribasso dello 0,7% a circa 23.950 punti. Deboli anche il Dax di Francoforte (-0,8%), il Cac 40 di Parigi (-0,8%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%). Oltreoceano scambiano poco mossi Dow Jones (-0,4%), S&P500 (-0,2%) e Nasdaq (+0,1%), in una seduta potenzialmente volatile per la scadenza di futures e opzioni su azioni e indici nel cosiddetto “giorno delle tre streghe”, che oggi coincide anche con un ribilanciamento degli indici benchmark.

Gli operatori restano attenti agli ultimi sviluppi sul fronte del conflitto tra Russia e Ucraina e guardano con preoccupazione al nuovo rialzo del greggio, che nei giorni scorsi aveva rallentato la propria corsa in scia agli spiragli di pace.

L’ottimismo per un cessate il fuoco è svanito dopo le dichiarazioni del Cremlino, che ha smentito i passi avanti nei negoziati accusando Kiev di avanzare proposte irragionevoli. Riflettori puntati oggi sul vertice telefonico tra Joe Biden e Xi Jinping, in cui il leader statunitense metterà in guardia la controparte cinese sui possibili rischi in caso di aiuti a Mosca. Intanto, il Pentagono teme una possibile minaccia nucleare da parte di Putin se le ostilità dovessero protrarsi ancora a lungo.

Sembra rientrato, invece, il rischio di default della Russia dopo il pagamento della cedola sui bond da 117 milioni di dollari, anche se S&P Global Ratings ha tagliato lo score creditizio del Paese, definendo il suo debito “altamente vulnerabile”. Lo sguardo si sposta ora alla prossima scadenza del 4 aprile, quando Mosca dovrà rimborsare obbligazioni per due miliardi di dollari.

Malgrado la volatilità, l’azionario globale si appresta comunque ad archiviare la miglior settimana da novembre 2020. L’impatto della guerra sull’economia e la stretta monetaria delle banche centrali per contrastare l’inflazione sembrano essere stati perlopiù scontati nei prezzi attuali, giustificando un parziale ritorno agli acquisti.

Dall’agenda macroeconomica sono giunti i dati sulla bilancia commerciale italiana di gennaio, che evidenziano un saldo negativo per 5,05 miliardi, con un export in crescita del 5,3% su dicembre. I prezzi all’import crescono del 3,0% su base mensile e del 17,9% su base annua.

Sul Forex l’euro/dollaro arretra a 1,101 mentre il cambio fra biglietto verde e yen risale a 119,3 dopo che la Bank of Japan ha confermato stamani la propria politica monetaria accomodante.

Tra le materie prime, viaggiano ancora in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+0,5%) a 107,2 dollari e il Wti (+1,1%) a 104,1 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 152 punti base, con il rendimento del decennale americano all’1,89%.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanzano soprattutto Inwit (+2,2%) e Atlantia (+1,1%) mentre arretrano Iveco (-3,2%) ed Eni (-3,6%), che ha presentato il nuovo piano strategico.