L’agenzia S&P Global Ratings ha modificato il giudizio di rating di Tim da livello BB+/B con outlook stable a livello BB- con outlook negative.
La variazione è motivata dal calo dell’Ebitda più maracato del previsto nel 2021 e da spese in conto capitale leggermente più elevate, che fanno rimanere il rapporto tra indebitamento adjusted ed Ebitda a 4,6x, quindi superiore alla soglia di 4,5x che segna il limite per il rating BB.
L’agenzia di rating si attende il ratio rimanga sopra tale valore a causa della riduzione dei ricavi e degli utili e di un free cash flow operativo after leases negativo. La performance e le indicazioni più deboli sono dovute ad una riduzione del fatturato e dell’Ebitda domestici su base annua, a una ripresa più lenta del roaming e delle vendite di telefoni e ai movimenti valutari avversi che hanno influenzato ancora il contributo delle attività brasiliane nel 2021.
S&P stima una riduzione low-single-digit dei ricavi totali nel 2022 (rispetto alla precedente view stabile), e un calo dell’Ebitda margin adjusted intorno al 37%-38%, rispetto al 40% circa del 2021. Ciò si traduce in un leverage adjusted per S&P Global Ratings di circa 5,3x nel 2022 e 5,0x nel 2023.
L’outlook negativo riflette la possibilità che l’agenzia abbassi il rating a “B+” se il leverage dovesse rimanere elevato, oltre 5x, per un periodo prolungato a causa di un free cash flow operativo after leases più negativo del previsto.