Masi Agricola – Utile netto di 5,4 mln nel 2021, cedola di 0,08 euro

Nel 2021 Masi Agricola ha riportato ricavi netti consolidati pari a 66,4 milioni (+28,4% a/a; +2,3% vs 2019).

L’EBITDA si è attestato a 12,9 milioni (5,5 milioni nel 2020) mentre l’EBIT è stato pari a 8,7 milioni (1,3 milioni nel 2020).

L’esercizio si è chiuso con un utile netto di 5,4 milioni (0,8 milioni nel 2020).

Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto cifra in 2,7 milioni (6,4 milioni al 31 dicembre 2020).

Il CdA proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo unitario di 0,08 euro per azione il cui stacco cedola avverrà il 20 giugno 2022 e sarà in pagamento a partire dal 22 giugno.

In riferimento al conflitto in corso, Masi riporta, per quanto riguarda specificamente la Russia che “è presto per immaginare le concrete conseguenze in termini commerciali per la società del conflitto in essere”. Da tre anni, spiega la società “abbiamo attivato un progetto distributivo molto strutturato con il nuovo importatore Beluga Group e il mercato russo stava segnando un buon trend anteguerra, ma evidentemente il contesto economico e sociale si sta rendendo vieppiù complicato, oltre che per le tensioni collegate in modo diretto all’evento bellico anche a causa di un rublo estremamente penalizzato e quindi di una prevedibile minore propensione ai consumi”.

“L’Ucraina”, aggiunge Masi, “è chiaramente più colpita: va detto però che per il gruppo è sempre stato un mercato più di posizionamento che di volumi. In termini di situazione generale dei mercati osserviamo una persistente ed elevata imprevedibilità. Resta la sostanziale limitazione dei viaggi ed eventi, soprattutto gli internazionali, molto importanti
per il business della società per le loro ricadute nel travel retail e nell’hotellerie di lusso”.

Nel generale clima di incertezza che riguarda tanti settori merceologici, Masi sta “riscontrando significativi incrementi, attuali o prospettici, del costo delle materie prime, tra cui anche di alcune uve o vini di denominazioni di nostro riferimento, nonché dei costi operativi in generale”.

Per reagire a questi fenomeni la società “ha aumentato il proprio posizionamento-prezzo e conseguentemente i propri listini di vendita, ma è possibile che nel breve termine il gap non venga pienamente colmato”.

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