SIT – La crisi Ucraina rende incerto lo scenario ma l’outlook resta positivo, confermato il focus sulla transizione energetica

La società ha chiuso il 2021 con ricavi in crescita del 18,6% a 380,5 milioni, con l’Heating e il Water Metering che hanno più che compensato l’atteso rallentamento nello Smart Gas Metering. Buona tenuta della marginalità con il pass through al mercato del rincaro delle materie prime, in una strategia confermata per il 2022 anche nel business dello Smart Gas Metering. A ciò si affianca un incremento del magazzino per ovviare lo shortage di componenti, al fine di garantire le forniture ai clienti. L’incertezza legata alla crisi Ucraina ha spinto il management a non fornire una guidance puntuale per l’esercizio in corso, confermando comunque la fiducia nei trend di crescita di lungo periodo con un focus in particolare sui temi della transizione energetica.

“I risultati del 2021 consegnano ai nostri stakeholders un’azienda performante, con numeri ottimi e allineati alle aspettative che testimoniano la bontà del nostro business model. Nonostante l’aumento dei prezzi dei materiali e le difficoltà di approvvigionamento, abbiamo saputo gestire al meglio le richieste dei nostri clienti, reagendo prontamente alle diverse necessità”.

Così ha commentato il Presidente e Amministratore delegato di SIT, Federico de’ Stefani, i conti dello scorso esercizio, chiuso con ricavi in crescita del 18,6% a 380,5 milioni (+12,5% a parità di perimetro, escludendo il contributo della neo-acquisita Janz).

L’Ebitda è aumentato del 17,4% a 51,2 milioni, con l’aumento dei prezzi di vendita che è riuscito a compensare l’incremento dei costi delle materie prime, mentre l’utile netto è diminuito del 37,7% a 8,2 milioni.

Da sottolineare che il risultato ha risentito di un onere di 9 milioni relativo all’incremento del fair value sui Warrant ed oneri straordinari legati alle operazioni di rifinanziamento per 1 milione.

Al netto di tali voci straordinarie, e del provento non ricorrente pari a 1,7 milioni relativo al regime fiscale del Patent Box, l’utile netto adjusted è aumentato del 21,7% a 16,3 milioni. Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è diminuito a 107 milioni dai 116 milioni al 31 dicembre 2020.

Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,30 euro per azione, pari a un pay-out ratio del 91% e uno yield di circa il 3,7% rispetto agli attuali prezzi di borsa.

La Divisione Heating

Le vendite della Divisione Heating, core business del Gruppo, sono aumentate del 19,8% a 298,3 milioni (+20,2% a parità di cambi). Nel solo quarto trimestre le vendite hanno segnato un +3,6% a 77,4 milioni (+1,6% a parità di cambi).

A livello geografico, le vendite in Italia hanno registrato un incremento del 26,7% a 55,7 milioni (-1,2% a 12,7 milioni nel 4Q21), grazie alla forte domanda nel Central Heating sostenuta anche dagli incentivi, con le buone performance dei controlli meccanici (+27,5%) dei ventilatori (+38,2%) e dei kit di fumisteria (+40%).

L’Europa (esclusa l’Italia) ha segnato un +16,5% a 140,1 milioni, con un quarto trimestre sostanzialmente flat (+0,1% a 35,4 milioni) a causa dello shortage di componenti di altri fornitori in UK (7,5% delle vendite divisionali). Di conseguenza, negli ultimi tre mesi dell’anno le vendite nel Regno Unito sono diminuite del 18%, portando la crescita per l’intero esercizio al 6,2%.

Da segnalare, invece, il buon andamento della Turchia, primo mercato di spedizione con l’11,8% delle vendite divisionali), che ha segnato un +20,4% grazie alla ripresa della domanda nel Central Heating determinata dai clienti multinazionali localizzati in quel paese, mentre è proseguito il trend positivo dell’Europa centrale (+26,7%) grazie all’introduzione di nuovi prodotti.

Le vendite in America hanno registrato un incremento del 24,3% a 72 milioni (+27,7% a cambi costanti, +14,6% a 21 milioni nel 4Q21) grazie alla crescita nei caminetti che hanno segnato una forte ripresa rispetto all’anno 2020 condizionato dal Covid. Le applicazioni Storage Water Heating, invece, hanno evidenziato una contrazione del 6,1% (4% a cambi costanti) per alcuni ritardi di consegna nel corso del quarto trimestre.

Infine, l’area Asia/Pacifico è cresciuta del 13,3% a 30,5 milioni (+1,7% a 8,4 milioni nel 4Q21), tra cui spiccano il +32,3% in Cina, grazie alla ripresa del mercato retail nel segmento Central Heating, e il +18,2% in Australia.

La Divisione Metering

Nel 2021, la Divisione Metering ha realizzato ricavi per 76,9 milioni (17,5% a 14,9 milioni nel 4Q21), includendo il contributo del Water Metering, il nuovo settore di attività del gruppo a seguito dell’acquisizione della società portoghese Janz realizzata a fine dicembre 2020, pari a 19,8 milioni.

Per quanto riguarda lo Smart Gas Metering, le vendite sono diminuite del 16,7% a 57,1 milioni (-42,3% a 10,4 milioni nel 4Q21 per effetto della difficile base di confronto) riflettendo, come da attese, la contrazione del mercato italiano a causa dell’avanzata fase della prima sostituzione del parco installato completata per oltre l’80%.

Le vendite estere, invece, hanno rappresentato il 7% del totale e sono state realizzate per la maggior parte in Grecia e Croazia, con il mercato UK ancora indietro rispetto ai piani della società ma con la previsione di avere vendite significative a partire dal 2022.

Aumento prezzi compensa rincaro materie prime

A livello di margini, l’Ebitda è aumentato del 17,4% a 51,2 milioni e del 14,8% a livello adjusted (nel 2020 sono stati sostenuti oneri non ricorrenti per 1 milione legati all’acquisizione Janz), grazie alla capacità di assorbire gli incrementi dei costi delle materie prime anche mediante aumento dei prezzi di vendita verso i clienti.

L’Ebitda margin è stato pari al 13,5% rispetto al 13,6% del 2020 (13,9% a livello adjusted), con una diminuzione al 9,8% nel quarto trimestre (13% nel 4Q20) a causa dei maggiori costi di trasporto e del personale, dei costi del ramp up per il nuovo impianto in Tunisia (che non lavora ancora a piena capacità) e dei minori volumi nello Smart Gas Metering.

Da sottolineare, inoltre, che tale business, a differenza dell’Heating, presenta maggiori difficoltà nel trasferire al mercato l’incremento dei costi delle materie prime, in un trend che dovrebbe essere superato nel 2022 grazie alla possibilità di aggiudicarsi contratti a prezzi adeguati al nuovo contesto inflattivo.

Altra parte dei costi è dovuta agli investimenti in futuri sviluppi di prodotti nell’ambito della transizione energetica, tra cui marketing e R&D, volti anche ad adattare l’offerta ai mercati che il Gruppo intende servire con lo Smart Gas Metering.

In questo business, infatti, la strategia di SIT mira a ricercare di replicare i risultati ottenuti in Italia anche in altri paesi, dato l’elevato livello di saturazione raggiunto dal mercato domestico, con la necessità di farsi trovare pronti con prodotti che rispondano alle esigenze dei singoli mercati.

A tal proposito, il marketing strategico svolge la funzione di anticipare quelli che potrebbero essere dei cambiamenti normativi, cercando di influire sulle regolamentazioni e gli standard tecnici delle transizioni dei singoli mercati.

Al di sotto dell’Ebitda, il risultato operativo è aumentato del 24% a 24,3 milioni con un’incidenza sui ricavi salita al 6,4% (6,1% nel 2020), nonostante l’incremento dell’11,8% a 26,9 milioni di ammortamenti e svalutazioni dovuti ai maggiori investimenti effettuati nell’esercizio 2021 oltre che all’impatto della PPA legata all’acquisizione Janz.

Solido cash flow e debito in calo

Nel 2021 il cash flow operativo è stato pari a 27,2 milioni, rispetto all’assorbimento di cassa per 13,8 milioni nel 2020, dopo investimenti per 26,1 milioni, in diminuzione rispetto ai 41,1 milioni del 2020 che però comprendevano le acquisizioni di Janz e Plast Alfin per un esborso complessivo di 28,4 milioni.

Il capitale circolante commerciale è diminuito di 4,2 milioni con un rapporto sui ricavi sceso dal 15,5% all’11,9% per la crescita dei debiti di funzionamento e per le operazioni di cessione pro-soluto di crediti commerciali.

Da sottolineare, inoltre, l’aumento del magazzino non in linea al trend storico dell’azienda, dovuto a una strategia di procurement per l’approvvigionamento di componenti per gestire gli shortage, costituendo, ove possibile, uno stock di sicurezza per garantire le forniture ai clienti.

L’indebitamento finanziario netto è diminuito a 107 milioni dai 116 milioni al 31 dicembre 2020, con un rapporto Net Debt/Ebitda in miglioramento a 2,08x da 2,60x.

Nel corso del 2021, SIT ha rifinanziato il proprio debito in portafoglio con un bond decennale da 40 milioni e un finanziamento di 5 anni con un pool di banche, entrambi ESG-linked a conferma dell’attenzione concreta ai temi della sostenibilità, del climate change e della transizione energetica.

A questi si è aggiunto nelle scorse settimane un contratto di finanziamento da 15 milioni con Cassa Depositi e Prestiti, finalizzato a sostenere nuovi investimenti in tematiche ambientali, efficientamento energetico, promozione dello sviluppo sostenibile, green economy e per la costruzione dei laboratori di R&D nella nuova sede del Gruppo.

L’impatto della crisi Ucraina

Con riferimento alla situazione politica conseguente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la società ha precisato che gli impatti sull’operatività del Gruppo sono in corso di continuo monitoraggio.

I ricavi 2021 realizzati direttamente in Russia e Ucraina ammontano a circa 5% del totale, interamente riferiti al business della Divisione Heating, mentre il gruppo non detiene investimenti diretti nei due paesi, che vengono serviti attraverso distributori locali.

Per quanto attiene alle forniture, in Ucraina, sul confine slovacco, ha sede un fornitore di assemblaggio di schede elettroniche utilizzate nell’Heating e che rappresentano circa 25% del totale della Divisione.

La fornitura in oggetto al momento prosegue senza interruzioni. Tuttavia, SIT ha avviato un piano di contingency per accelerare l’insourcing e lo spostamento delle produzioni presso fornitori localizzati in altri paesi low cost, tra cui l’impianto in Tunisia.

L’attuale crisi ha infatti accelerato il trasferimento della produzione nella fabbrica in Tunisia, la cui utilizzazione al momento è al 30% con l’obiettivo di raggiungere il 60% entro fine anno, sebbene ci sia da tenere in considerazione il problema dello shortage di componenti.

L’outlook 2022

L’incertezza geopolitica derivante dalla guerra in Ucraina, che si aggiunge al perdurare delle tensioni sui prezzi e sulla disponibilità di materie prime e componenti elettronici, ha indotto il management a non ritenere opportuno fornire previsioni puntuali sull’andamento economico finanziario per il 2022.

“In un 2022 che presenta le complessità già vissute nel 2021, con l’aggravante di tensioni politiche le cui conseguenze sul business non possono essere ad ora individuate, SIT può contare su una forte diversificazione geografica sia per mercati di approvvigionamento, sia di produzione e commercializzazione” dichiara l’Ad.

“Si tratta di un punto di forza centrale per il gruppo che, assieme ad una Governance forte e chiara, ci consente di mitigare il rischio ed assicurare un controllo costante. In questo contesto, la nostra priorità rimane il mercato e i nostri clienti: cerchiamo di assicurare un servizio continuativo, rispettoso dei tempi e sempre di alta qualità intervenendo in modo flessibile e globale sulla supply chain in ottica di salvaguardia delle forniture”.

Per quest’anno, il consensus raccolto da Bloomberg prevede ricavi in crescita del 5,5% a 401 milioni, sostenuti da un outlook che rimane positivo soprattutto per la Divisione Heating e dalla previsione dell’inizio delle vendite in UK e India nello Smart Gas Metering.

L’Ebitda è stimato a 52,4 milioni con una tenuta della marginalità poco sopra al 13% grazie al recupero di redditività atteso nello Smart Gas Metering, in parte compensato dai maggiori costi di produzione dovuti alla sostituzione del fornitore in Ucraina.

SIT rimane fiduciosa nei trend fondamentali sui quali basa la crescita e sulla sua leadership di mercato e tecnologica, in particolare per quanto riguarda i temi legati alla transizione energetica verso minori emissioni di anidride carbonica.

“Continua il nostro impegno nell’ambito della transizione energetica. L’aumento dei prezzi del gas ha inevitabilmente velocizzato la transizione a fonti rinnovabili ed aumentato la consapevolezza sulla salvaguardia delle risorse naturali” sottolinea l’Ad de’ Stefani.

Importanti sviluppi sono attesi dai prodotti a idrogeno, per cui è prevista una crescente domanda non solo dal Regno Unito, e più in generale da fonti di energia pulita.

“Forti di un percorso verso la green economy iniziato molti anni fa, tutti i nostri prodotti sono già compatibili con il biometano e continua a ritmo incalzante lo sviluppo delle soluzioni hydrogen-ready, alcune delle quali hanno già completato gli iter certificativi e sono pronte alla commercializzazione.

“L’acqua, come l’idrogeno, sarà centrale in questo percorso: con Janz la divisione Metering sta lavorando allo sviluppo di contatori tecnologicamente evoluti e connessi che consentano di limitare gli sprechi, in ottica di crescita ed espansione della quota di mercato internazionale” conclude l’Ad.