WM Capital, sulla base de dati di esercizio preconsuntivi, ha chiuso il 2021 con un valore della produzione pari a 0,47 milioni (-49,2% a/a), in quanto il secondo semestre dell’anno ha risentito dall’uscita, nel luglio 2021, di Fabio Pasquali dalla gestione aziendale in qualità di presidente della società per dedicarsi alle attività della partecipata svizzera Wealty.
Tale uscita ha comportato per la Società una riduzione dei ricavi da pubblicità e il sostanziale azzeramento di nuovi ricavi da consulenza non compensato dall’incremento rispetto agli anni passati del fatturato derivante dall’attività di barter trading (pari a circa 236 mila euro).
Tale attività, che per natura ha margini esigui nell’ordine del 2-3%, consiste in acquisto di beni e servizi da parte della società, i quali vengono ripagati attraverso successiva rivendita ai fornitori di beni e servizi da parte di WM Capital (messa a disposizione di spazi pubblicitari).
L’Ebitda è risultato negativo per 0,36 milioni (+0,07 milioni nel 2020), scontando la riduzione del valore della produzione e il conseguente aumento del ricorso alle attività di barter trading, che non hanno permesso un’adeguata copertura dei costi della produzione.
I costi della produzione sono risultati in linea con quelli dell’esercizio precedente per effetto dei maggior costi derivanti dall’attività di barter trading (pari a circa 228 mila euro). In aggiunta, oltre alla diminuzione della redditività operativa della società, vi è stato un importante aumento degli oneri diversi di gestione passati da circa 8 mila euro del 2020 a circa 485 mila euro nel 2021.
Tale aumento è principalmente riconducibile a svalutazione di poste dell’attivo per circa 480 mila euro, di cui 125 mila euro riconducibili ad un contratto di advisory sottoscritto da WM Capital per l’assistenza nella vendita di una partecipazione rilevante afferente un’azienda nel settore della moda (tale contratto ha prodotto una sopravvenienza passiva in quanto non si è venuta a concretizzare la transazione oggetto del contratto di assistenza).
Altri 240 mila euro sono riconducibili ad una mancata operazione di intermediazione, riguardante l’acquisto e la rivendita di kit per il testing del Covid-19, dovuta al mancato rispetto da parte del cliente finale delle condizioni contrattuali (il mancato rispetto delle condizioni contrattuali ha quindi determinato l’impossibilità di esecuzione, sia dell’operazione iniziale di acquisto da parte della società, che di quella successiva di rivendita all’acquirente finale).
Tenuto conto di quanto sopra, il risultato netto è stato negativo per 0,87 milioni (+0,02 milioni nel 2020).
Al 31 dicembre 2021 il patrimonio netto è pari a 0,34 milioni.
Il cda, in considerazione dei risultati preconsutivi summenzionati, ha comunque preso atto che non si sono verificati i presupposti per le previsioni di cui all’art. 2446 e 2447 del codice civile, ovvero riduzione del capitale di oltre un terzo per perdite e riduzione del capitale al di sotto del limite legale.
Sui dati preconsuntivi al 31 dicembre 2021 sono ancora in corso le attività di verifica da parte della società di revisione e gli stessi non tengono conto del consolidamento della società partecipata Wealty. Pertanto, suddetti dati possono essere oggetto di aggiornamento e modifica.
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