Nel 2021 Comer Industries ha realizzato ricavi consolidati pari a 598,1 milioni (+51% rispetto al 2020), realizzati da Comer Industries, pari a 563,4 milioni (+42,2% rispetto al 31
dicembre 2020) e da Walterscheid, consolidati per il solo mese di dicembre, pari a 34,7
milioni.
Un andamento che ha beneficiato di una domanda in crescita e delle favorevoli condizioni del mercato in cui il Gruppo opera. I ricavi generati al di fuori dei confini italiani rappresentano il 90% del totale.
L’Ebitda adjusted si attesta a 75,4 milioni (+50,4% sul 2020) pari al 12,6% delle vendite, mentre l’’Ebit sale dell87,1% a 56,8 milioni (il 9,5% delle vendite).
L’utile netto raggiunge 39,4 milioni da 21,8 milioni del 2020; l’utile netto adjusted, che per il 2021 esclude gli impatti del trattamento dello stock grant secondo IFRS 2, ammonta a 41,1 milioni (25,9 milioni nel,2020).
L’indebitamento finanziario netto adjusted si esprime in 120,7 milioni, mentre l’indebitamento finanziario netto reported è pari a 177 milioni, in peggioramento rispetto
a fine anno 2020 per l’operazione di aggregazione aziendale e dopo aver distribuito dividendi per 10,2 milioni.
La società ha fornito anche dei dati 2021 pro-forma, che includono retroattivamente l’acquisizione di Walterscheid Powertrain Group come se fosse avvenuta il 1° gennaio
2021. I ricavi pro-forma del gruppo assommano a 1,05 miliardi, di cui 563,4 milioni Comer Industries (+42,2% rispetto al 31.12.2020) e 485,1 milioni Walterscheid (+22,0% a/a).
L’Ebitda adjusted è pari a 75,4 milioni (+50,4%), mentre l’Ebit a 56,8 milioni (+87,1%) e l’utile netto a 39,4 milioni (+81,2%).
Il CdA proporrà all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,50 euro
per azione (invariato rispetto all’anno precedente).
Il management riporta che in relazione alla tensione in atto tra Russia e Ucraina “è ragionevole attendersi che i fatti attualmente in corso, straordinari per natura ed estensione, avranno ripercussioni, dirette e indirette, sull’attività economica, i cui relativi
potenziali effetti su: i) catene di approvvigionamento, in particolare con riferimento alla fornitura e ai prezzi di materie prime ed energia, ii) sviluppo della domanda sui mercati internazionali e iii) andamenti dei tassi di inflazione e di interesse non risultano prevedibili.”
Il gruppo evidenzia che i ricavi aggregati le aree coinvolte nei conflitti corrispondono a poco
più del 2% dei ricavi pro-forma 2021 e che non sussistono posizioni creditorie rilevanti e che non vi sono impatti significativi sulla supply chain.