Radici – Automotive e Residenziale & Contract frenano i ricavi ma migliora la redditività nel 2021

Nel 2021 Radici ha realizzato ricavi in crescita del 3% a 44,2 milioni, ma inferiori del 5,9% rispetto ai 47 milioni previsti a budget a causa della contrazione nell’ultimo trimestre.

Una dinamica riconducibile da un lato al calo delle vendite nel mercato automotive e, dall’altro, alla recrudescenza della crisi pandemica nell’ultima parte dell’anno che ha nuovamente colpito il mercato del turismo e, di conseguenza, rallentato le vendite del gruppo nel mercato Residenziale & Contract.

Il Budget 2021, approvato in data 31 marzo 2021 in aggiornamento dell’originario piano comunicato in data 16 giugno 2020, presupponeva una progressiva crescita di fatturato di tutti i mercati di riferimento negli ultimi mesi dell’anno, sul presupposto (poi non verificatosi) che il piano vaccinale avviato nei primi mesi dell’anno 2021 avrebbe scongiurato la necessità di adottare nuove misure restrittive.

A livello geografico, il gruppo ha migliorato le performance in Italia, che ha segnato un +13,1% a 22,7 milioni, mentre ha registrato una flessione nelle altre aree in cui opera (-4% a 12 milioni in Ue e -7,1% a 8,5 milioni in Usa).

Per quanto riguarda i settori di business, il 2021 ha visto una ripresa del mercato Marine che ha segnato un +49% a 4,9 milioni (+50% rispetto ai 3,3 milioni previsti nel piano industriale).

Il mercato Residenziale & Contract ha risentito, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, del protrarsi della pandemia registrando un +8% rispetto al 2020 a 20,2 milioni, ma un -12% rispetto al Budget 2021.

Il mercato Sportivo è tornato ai livelli pre-Covid segnando un +12% a 12,05 milioni, in lieve diminuzione rispetto alle stime del Budget 2021 pari a 12,7 milioni.

Infine, il mercato Automotive ha registrato un -31% a 7 milioni (8 milioni le previsioni del budget 2021) rispetto al 2020, complici le difficoltà mondiali di approvvigionamento e dalla contrazione di alcune commesse sul mercato USA dovute anche all’importante incremento dei costi di nolo e delle difficoltà logistiche legate alla dilatazione dei tempi di consegna dei prodotti.

L’Ebitda è più che triplicato a 2,14 milioni con una marginalità passata dall’1,4% al 4,8%, in linea con le previsioni indicate nel Piano. L’Ebit è risultato negativo per 0,09 milioni (positivo per 0,06 milioni nel 2020) per effetto dei maggiori ammortamenti.

Tenuto conto degli effetti economici consuntivati dalla gestione 2021, ancora inficiati dal contesto pandemico, il Gruppo, limitatamente alle società industriali, ha deciso di limitare l’aliquota di ammortamento dell’anno 2021, per le immobilizzazioni materiali, fino al 50% delle normali aliquote di ammortamento per la Società e la controllata di diritto ungherese.

La gestione finanziaria ha registrato un saldo negativo pari a 0,63 milioni rispetto a 0,75 nel 2020 i quali hanno beneficiato, tra l’altro, di proventi finanziari derivanti dalla valorizzazione al costo ammortizzato di posizioni dell’attivo circolante per 0,34 milioni.

L’esercizio si è chiuso con una perdita netta di 0,86 milioni, in lieve diminuzione rispetto alla perdita di 0,91 milioni del 2020. Vale la pena ricordare che qualora la Società avesse conteggiato (come previsto nel Budget 2021) gli ammortamenti di periodo al 100%, la perdita netta sarebbe stata di 1,9 milioni.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è diminuito a 17,6 milioni dai 19,95 milioni al 31 dicembre 2020, con un miglioramento rispetto ai dati del Budget 2021 (18 milioni) principalmente riconducibile alla riduzione dell’indice di rotazione dei crediti commerciali (diminuito di 9 giorni rispetto al 2020) e dell’indice di rotazione del magazzino (diminuito di 14 giorni rispetto al 2020).

 

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