Il Ftse Italia Banche termina con un calo del 2,6% e in linea all’analogo indice europeo (-2,4%), frenando anche il Ftse Mib (-1,1%).
In primo piano restano le tensioni internazionali tra Russia e Occidente sulla questione Ucraina, dopo l’attacco russo nel Paese ordinato dal presidente Vladimir Putin. Condanne unanimi per l’azione del Cremlino sono arrivate dalle potenze occidentali, che hanno varato pesanti sanzioni contro Mosca, con gli Usa e l’UE in testa. Sullo sfondo, resta la speranza di arrivare a una soluzione diplomatica dopo gli ultimi incontri tra le delegazioni russe e ucraine anche se arrivano segnali contrastanti.
Sullo sfondo restano i timori per la crescita dell’economia globale, minacciata anche dall’elevata inflazione, con le relative ripercussione sulle politiche delle banche centrali.
In questo scenario, con lo spread rimasto sotto i 150 pb, sul comparto bancario sono proseguiti i realizzi.
Sul Ftse Mib frenano, tra le altre, UniCredit (-2,8%), che nei giorni scorsi hanno fornito rassicurazioni sull’esposizione in Russia, e Banco Bpm (-3,1%), su cui si sono raffreddati i rumor di M&A.
Sul Mid Cap rallenta Mps (-2,3%), in attesa delle prime mosse del neo Ad Luigi Lovaglio e di novità sulle interlocuzioni tra il Tesoro e l’UE per la proroga della presenza pubblica nel capitale. La banca ha inviato il capital plan alla BCE. Prese di beneficio su Popolare di Sondrio (-2,6%), che ha rinviato la presentazione del piano industriale.
Sullo Small Cap sottotono Carige (-0,1%), per cui è stata trovata una soluzione con l’ingresso nel gruppo Bper (-3,2%). Resiste Banca Finnat (0,0%), su cui la famiglia Nattino intende lanciare un’Opa finalizzata al delisting.