Mercati – Apertura poco mossa per l’Europa, ancora in calo il petrolio

Apertura poco mossa per le borse europee, dopo aver archiviato il primo trimestre in rosso da due anni e in attesa oggi di una serie di dati macro, tra cui l’inflazione dell’Eurozona e il Job Report Usa.

A Milano il Ftse Mib cede lo 0,2% in area 24.970 punti. In lieve ribasso anche il Cac 40 di Parigi (-0,1%), mentre oscillano sulla parità il Dax di Francoforte (-0,01%), il Ftse 100 di Londra (-0,03% e l’Ibex 35 di Madrid (+0,01%).

Gli investitori iniziano il nuovo trimestre domandandosi se il conflitto in Ucraina, l’isolamento della Russia e la svolta sempre più hawkish della Federal Reserve provocheranno ancora molta volatilità sui mercati.

I colloqui tra Mosca e Kiev per un cessate il fuoco dovrebbero riprendere oggi, mentre il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di intendere continuare a fornire il gas all’Europa richiedendo però il pagamento in rubli.

Tra le materie prime ancora in calo le quotazioni del greggio con il Brent (-1,5%) a 103,2 dollari e il Wti (-1,6%) a 98,7 dollari, dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di rilasciare un milione di barili al giorno dalle riserve strategiche per sei mesi per raffreddare l’impennata dei costi dell’energia.

Sul fronte macro, il Pmi manifatturiero Caixin China a marzo è sceso a un minimo di 25 mesi, penalizzato dal peggioramento dei problemi di forniture e dai nuovi lockdown introdotti dalle autorità cinesi per contrastare la nuova ondata del Covid.

Negli Stati Uniti, invece, l’indice Personal consumption expenditure (Pce), il preferito della Fed per il proprio target dell’inflazione, è salito del 6,4% annuo, il maggior incremento dal 1982.

L’attenzione oggi sarà poi rivolta sulla lettura finale degli indici Pmi manifatturieri di marzo e sulla stima preliminare dell’inflazione dell’Eurozona, mentre nel pomeriggio il focus sarà sui non farm payroll dello scorso mese.

Intanto sul Forex il biglietto il cambio euro/dollaro a 1,107 e il dollaro/yen risalito a 122,4, con la moneta nipponica penalizzata dalla divergenza di politica monetaria tra Giappone e Usa.

Sull’obbligazionario, la curva dei rendimenti dei Treasury tra il tratto a due anni e quello a dieci anni rimane vicino ad invertirsi, un segnale dei timori di un rallentamento dell’economia se la Fed agirà in modo più aggressivo sui tassi di interesse.

Lo spread Btp-Bund, invece, riparte in area 150 punti con il rendimento del decennale italiano al 2,08%, in attesa questa sera della revisione del rating sull’Italia da parte di Moody’s.

Tornando a Piazza Affari, ancora in rosso Telecom Italia (-3,5%), che con Cdp si sta preparando ad avviare a breve un negoziato formale sul progetto di creazione della cosiddetta rete unica. In calo anche Tenaris (-1,3%), mentre avanzano Campari (+2,2%) e Generali (+1%).