Mercati asiatici – Indici principali contrastati, PMI manifatturiero cinese di marzo sotto le attese

Seduta caratterizzata da un andamento non univoco per i maggiori indici del continente asiatico mentre gli operatori continuano a valutare le principali conseguenze del conflitto in corso in Ucraina, la politica monetaria della FED e i prezzi delle materie prime.

Positiva la Cina, sostenuta dalle prospettive di sostegno alla crescita economica del paese. Il Caixin PMI manifatturiero di marzo ha messo in evidenza un calo dell’indice a 48,1 punti da 50,4 punti. Una flessione superiore alle attese degli analisti che si attendevano un valore di 49,9 punti. Il settore è stato ostacolato dal peggioramento della carenza di forniture e dall’aumento dei costi.

In Giappone il PMI manifatturiero finale di marzo ha indicato invece una situazione diversa con una lettura in aumento a 54,1 punti dai 53,2 punti del dato preliminare.

L’agenda macro vedrà inoltre nel pomeriggio la diffusione del job report USA di marzo. Le informazioni in arrivo dai salari degli Stati Uniti rappresentano sempre un elemento molto importante per gli operatori che potrebbero valutare le conseguenze della lettura sul futuro della politica monetaria statunitense. Un inasprimento della Fed andrebbe inoltre a rafforzare la divergenza in corso con le impostazioni monetarie accomodanti del Giappone che hanno pesato sulla valuta di quest’ultimo.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,1057 e il dollaro yen a 122,39. Tra le materie prime, petrolio in lieve calo con il Brent (-0,7%) a 103,91 dollari e il Wti (-1,1%) a 99,19 dollari al barile. Oro a 1.935 dollari l’oncia (-0,7%).

Tornando ai listini asiatici, in rialzo la Cina con Shanghai +0,6% e Shenzhen +0,3%. Giù Hong Kong a -0,9%.

In Giappone perdono terreno Nikkei a -0,6% e Topix  a -0,1%.

Il tutto dopo le chiusure in rosso di ieri a Wall Street: Nasdaq (-1,5%), S&P 500 (-1,6%) e Dow Jones (-1,6%).