Mercati – Previsto avvio debole, focus su nuove sanzioni alla Russia e minute Fed

Le borse europee dovrebbero iniziare la seduta poco mosse, in un mercato intento a valutare l’impatto delle nuove sanzioni nei confronti della Russia e in attesa della diffusione questa sera dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve.

Chiusura negativa ieri a Wall Street, con i listini americani che hanno terminato in prossimità dei minimi intraday trascinati al ribasso soprattutto dal settore tecnologico. Il Nasdaq ha perso il 2,3%, lo S&P 500 l’1,3% e il Dow Jones lo 0,8%.

Tra i mercati asiatici, stamane, Tokyo ha chiuso in calo dell’1,6%, mentre Shanghai cede lo 0,3% e Hong Kong l’1,5% alla riapertura dopo la pausa per festività e mentre i nuovi lockdown introdotti in Cina cominciano a riflettersi nei dati economici.

Il Pmi Caixin China General Services a marzo è sceso a 42 da 50,2 del mese precedente (sotto il livello di 50 è contrazione), segnando il primo calo in 7 mesi e la discesa più netta del settore da febbraio 2020.

Persistono le preoccupazioni sul rischio che il crescente isolamento della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina possa causare interruzioni nelle forniture di commodity, in attesa di nuove misure includono un divieto degli Stati Uniti agli investimenti nel Paese.

Oggi verrà discusso, inoltre, il quinto pacchetto di sanzioni presentato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Sembra probabile il raggiungimento del consenso sul blocco dell’import di carbone russo, ma non per petrolio e gas.

Sul fronte banche centrali, il governatore della Fed Lael Brainard ha dichiarato che la lotta all’inflazione è” fondamentale, aggiungendo che la l’istituto di Washington potrebbe iniziare ai ridurre rapidamente il proprio bilancio già a maggio.

Commenti che hanno acceso ulteriormente il focus sulle minute del Fomc in uscita questa sera, da cui sono attese indicazioni sia sul ritmo dei prossimi rialzi dei tassi di interesse sia sul cosiddetto quantitative tightening.

Gli investitori temono che la linea dura della Fed sulla stretta di politica monetaria per contrastare l’inflazione possa rallentare, o addirittura spingere in recessione, l’economia Usa, come segnalato dall’inversione della curva dei rendimenti dei Treasury.