Mercati – Seduta in calo prima delle minute Fed, Milano chiude a -2,1%

Giornata all’insegna delle vendite per l’azionario e i bond, in scia alle prospettive di una stretta monetaria più aggressiva da parte della Fed.

Il Ftse Mib di Milano archivia gli scambi in ribasso del 2,1% a 24.447 punti, negativo come il Cac 40 di Parigi (-2,2%), il Dax di Francoforte (-1,9%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,7%) e il Ftse 100 di Londra (-0,3%). A Wall Street, arretrano Dow Jones (-0,8%), S&P500 (-1,2%) e Nasdaq (-2,4%), mentre l’indice Vix sale del 15% a oltre 24 punti.

Gli operatori attendono le minute della banca centrale americana in uscita stasera. I verbali dovrebbero fornire indicazioni sul ritmo dei prossimi rialzi dei tassi di interesse e sulla riduzione del bilancio, che secondo il governatore Lael Brainard potrebbe cominciare a passo spedito già da maggio, al fine di contrastare l’inflazione.

I trader scommettono che l’istituto possa alzare il costo del denaro ancora del 2,25% entro la fine dell’anno, oltre ai 25 punti base di marzo.

Si teme però che il ritiro degli stimoli possa rallentare, o addirittura spingere in recessione, l’economia a stelle e strisce, in un contesto incerto anche a causa del conflitto in Ucraina e dell’impatto sull’economia dalle nuove sanzioni in arrivo nei confronti della Russia. Tra queste, il divieto agli investimenti nel paese da parte degli Usa e lo stop alle importazioni di carbone in Europa.

Focus sempre sull’inversione della curva dei rendimenti dei Treasury, mentre il rendimento del decennale americano ha superato momentaneamente il 2,6%, tornando sui livelli del 2018-2019. Vendite anche sui titoli di Stato europei, con il rendimento del decennale italiano al 2,3% e lo spread Btp-Bund in rialzo a 165 punti base.

Sul fronte macro, i nuovi lockdown introdotti in Cina cominciano a riflettersi nei dati economici. Il Pmi servizi a marzo è sceso a 42 punti da 50,2 del mese precedente, segnando il primo calo in sette mesi e la contrazione più netta del settore da febbraio 2020.

A febbraio, gli ordini di fabbrica tedeschi sono diminuiti del 2,2% mensile (consensus -0,3%) mentre i prezzi alla produzione dell’eurozona sono aumentati poco meno delle attese (+1,1% congiunturale, +31,6% tendenziale).

Sul Forex l’euro/dollaro è sceso a 1,0905 mentre il cambio fra biglietto verde e yen risale a 123,75, con il biglietto verde in rafforzamento in scia ai toni restrittivi della Fed. In calo le quotazioni del greggio, con il Brent (-2,7%) a 103,7 dollari e il Wti (-2,9%) a 98,9 dollari, dopo l’aumento delle scorte statunitensi emerso dai dati Eia.

Tornando a Piazza Affari, tra le big cap arretrano soprattutto Interpump (-5,7%), Pirelli (-5,4%) e Nexi (-5,3%) mentre chiudono in controtendenza Atlantia (+2,45%) su un possibile interesse di Florentino Perez, oltre alle utilities Italgas (+2%), Snam (+1,9%) ed Hera (+1%).