Iniziative Bresciane (INBRE) ha archiviato il 2021 con ricavi netti consolidati cresciuti su base annua del 13% a 22,5 milioni. Molto positiva anche la performance a livello di gestione operativa, con Ebitda ed Ebit saliti rispettivamente del 9% a 15,3 milioni e del 6% a 7,1 milioni. L’utile netto di gruppo si è attestato a 3,5 milioni.
“Numeri di cui siamo soddisfatti, se si considera il contesto sociale ed economico ancora molto complicato in cui abbiamo operato, che tuttavia ha avuto impatti negativi non significativi sul nostro business come invece è accaduto per altri settori industriali”, esordisce Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane in un’intervista rilasciata a Market Insight.
Anzitutto, la dinamica a livello di top line ha beneficiato principalmente del positivo andamento del prezzo dell’energia che ha più che compensato il modesto calo della produzione idroelettrica dovuta a condizioni metereologiche non particolarmente favorevoli (da 167 GWh nel 2020 a 154,1 GWh nel 2021) e, in misura meno significativa, dell’entrata a regime dei nuovi impianti.
“Una performance sicuramente positiva, seppure leggermente inferiore alle nostre previsioni a causa di due eventi metereologici eccezionali che hanno danneggiato due impianti in Provincia di Brescia e Bergamo”, spiega Rizzi.
“L’alluvione sull’impianto bresciano di Iscla-Edolo, di proprietà dell’Azienda Elettrica Alta Valle Camonica (50% INBRE), ha arrecato danni significativi all’opera di presa, impedendone il regolare funzionamento. Danni diretti e indiretti che stimiamo in oltre 1 milione di euro”, precisa il DG.
“Nei mesi successivi all’evento abbiamo effettuato le necessarie riparazioni che hanno consentito la ripresa della produzione alla fine del mese di dicembre; confidiamo di ottenere il relativo indennizzo assicurativo entro il prossimo giugno”.
Il secondo evento alluvionale ha interessato la traversa di un impianto di Iniziative Bergamasche (50% INBRE), che tuttavia, “pur essendo stato allacciato alla rete elettrica e avendo dato avvio alla produzione commerciale, di fatto non è entrato in produzione”. E ora, prosegue il manager, “dopo avere garantito la sicurezza idraulica per le popolazioni a valle, Regione Lombardia si sta occupando della ricostruzione della traversa”.
Nel complesso, quindi, un buon bilancio, che ha portato il Cda a deliberare di proporre all’Assemblea dei soci, prevista per il prossimo 26 aprile, la distribuzione di un dividendo di 0,80 euro per azione, in crescita dell’11% rispetto a 0,72 euro dell’esercizio 2020 (0,65 euro la cedola a valere sull’utile 2019). Un segno concreto, che “conferma l’attenzione nei confronti di coloro che hanno sostenuto la società e che, al contempo, riflette la linea prudente adottata dal Consiglio, tenuto conto del non facile contesto che stiamo vivendo”.
Quanto all’outlook 2022, Rizzi esprime fiducia, motivata da diversi e importanti fattori.
Dal punto di vista operativo, “ci attendiamo una ripresa della produzione idroelettrica, dopo un primo trimestre che storicamente – dinamica confermata anche quest’anno dagli ultimi dati del gestore della rete elettrica nazionale – è poco significativo in termini relativi rispetto alla produzione annua, che vede invece un picco nel secondo semestre con i mesi autunnali caratterizzati da una buona piovosità”.
Inoltre, nel corso degli anni “abbiamo diversificato i nostri investimenti sul fronte sia tecnologico sia geografico-territoriale, strategia che ci consente di affrontare in maniera meno impattante anche i periodi meno piovosi”.
Infatti, “impianti di varie tipologie (alto salto, basso salto e DMV) dislocati in Regioni diverse (Lombardia, Trentino-Alto Adige e Toscana) e quindi in territori con caratteristiche morfologiche proprie (Alpi e Appennini) ci garantiscono una certa capacità di compensazione sugli effetti metereologici”.
Con riguardo alle attuali pressioni sui prezzi delle materie prime e dei rischi di strozzature alla catena di fornitura, sottolinea il DG, “attualmente abbiamo in corso la realizzazione di 12 impianti sul fiume Arno, in Toscana, che saranno completati a partire dal 2022. Il relativo contratto di appalto è stato sottoscritto ben prima dell’attuale contesto scatenato dal conflitto Russia-Ucraina e di conseguenza i nostri appaltatori hanno avuto la possibilità di approvvigionarsi sinora senza grosse difficoltà”.
Ancora, in tema di prezzi dell’energia e di impatto in merito alla tassazione del 10% sugli extraprofitti riportati negli ultimi sei mesi dalle società energetiche, avanzata nel decreto contro il caro energia, il Gruppo INBRE risulta “toccato solo marginalmente”, afferma Rizzi, “in quanto gli impianti non incentivati, cioè quelli potenzialmente interessati da questa manovra, rappresentano una quota non significativa della produzione del Gruppo”.
Infatti, “i nostri impianti idroelettrici in esercizio, avendo ottenuto la qualificazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili da parte del GSE, beneficiano per la quasi totalità di meccanismi di incentivazione che prevedono la restituzione allo stesso Gestore dei Sevizi Energetici dell’eventuale eccedenza rispetto alla tariffa omnicomprensiva stabilita dalla convenzione”, rimarca il manager.
Pertanto, conclude Alberto Rizzi, “monitoriamo con attenzione l’evolversi delle misure del Governo contro il caro energia e il relativo impatto sulle imprese del settore, consapevoli della nostra capacità di resilienza testimoniata da un’esperienza più che ventennale e dal ruolo attivo assunto nei territori di riferimento quale motore di sviluppo”.
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