L’ulteriore salita dei rendimenti obbligazionari, associata alle dichiarazioni molto aggressive della Vice presidente della Federal Reserve per contrastare il forte rialzo dell’inflazione, penalizzano Wall Street per la seconda giornata consecutiva con alcuni indici che si avvicinano di nuovo pericolosamente alla media mobile a 200 giorni.
Gli indici riescono a ridurre nel finale una parte delle perdite, grazie all’imprevisto calo del petrolio che da respiro a tutti i listini.
Il bilancio definitivo vede il Nasdaq (-2,2%) tuttavia ancora fortemente penalizzato, seguito dal Russell 2000 (-1,4%), mentre lo S&P500 ed il Dow Jones limitano la discesa rispettivamente ad un punto percentuale ed allo 0,4%.
In forte calo alcuni big della tecnologia quali Tesla (-4%) e Nvidia (-5%).
VIX ancora in denaro (+5%) a 22,10 punti, dopo aver raggiunto un picco intraday a 24,7.
Sul mercato obbligazionario non si ferma la salita dei rendimenti che raggiungono il massimo del 2,65% sulla scadenza decennale e chiudono in rialzo di quattro punti base al 2,59%.
Tra le materie prime il petrolio precipita del cinque per cento a quota 97 dollari al barile, in seguito anche alla pubblicazione del report sulle scorte settimanali di greggio superiori alle aspettative.
Giornata incerta anche per i due principali metalli preziosi – oro ed argento – che chiudono sostanzialmente invariati, dopo l’ennesimo tentativo di rimbalzo respinto.
Sul mercato valutario, il biglietto verde consolida il recupero delle ultime sedute e resta invariato a 1,091 nei confronti della moneta unica ed a 123,5 rispetto allo yen.
























