Mercati asiatici – Oscillazioni frazionali in un contesto di cautela

Andamento incerto per i principali listini asiatici in un clima che resta appesantito dall’inasprimento della politica monetaria da parte della Fed e dalla guerra in Ucraina.

La banca centrale americana ha confermato l’apertura a rialzi dei tassi da 50 punti base ed è pronta ad avviare la riduzione degli asset in portafoglio, pari a circa 9.000 miliardi di dollari, al ritmo di 95 miliardi al mese (circa 1.000 miliardi l’anno).

Ieri anche la Bce ha pubblicato i verbali relativi all’ultimo meeting di marzo, nel quale i governatori erano propensi a procedere sulla strada del ritiro dello stimolo monetario, ritenendo mature o quasi le condizioni per l’aumento dei tassi.

Sul fronte geopolitico i funzionari statunitensi hanno avvertito che la guerra in Ucraina potrebbe durare settimane o addirittura anni mentre i paesi dell’Unione Europea hanno deciso di vietare le importazioni di carbone dalla Russia.

Sullo sfondo continuano a pesare sul sentiment anche i timori legati al Covid e al nuovo lockdown di Shanghai, area dove si sono registrati oltre 21.000 nuovi casi giornalieri.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,087 e il dollaro yen a 124,00. Tra le materie prime, petrolio in leggero rialzo con il Brent (+0,1%) a 100,7 dollari e il Wti (+0,3%) a 96,28 dollari al barile. Oro a 1.932 dollari l’oncia (-0,3%).

Tornando ai listini asiatici, Cina incerta con Shanghai a +0,5% e Shenzhen a -0,1%. Hong Kong a -0,3%.

Giappone poco mosso con il Nikkei +0,1% e Topix -0,1%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: S&P 500 (+0,4%); Dow Jones (+0,3%) e Nasdaq (+0,1%).