Mercati – Prevista apertura debole per l’Europa

Le borse europee dovrebbero iniziare la seduta poco sotto la parità, in una settimana che vedrà la diffusione dei dati sull’inflazione Usa, la riunione della Bce e l’inizio della nuova stagione delle trimestrali di Wall Street.

Chiusura a due velocità venerdì per i principali listini americani, con il settore tecnologico ancora sotto pressione. Il Nasdaq ha perso l’1,3% e lo S&P 500 lo 0,3%, mentre il Dow Jones ha resistito in positivo dello 0,4%.

Il bilancio dell’ottava ha visto il listino tecnologico lasciare sul terreno complessivamente il 3,9% e lo S&P 500 l’1,3%, mentre il Dow Jones ha limitato le perdite allo 0,3%.

Tra i mercati asiatici, stamane, Tokyo ha terminato in ribasso dello 0,6%, mentre Hong Kong cede il 3% e Shanghai il 2,5% appesantite dai nuovi lockdown introdotti in Cina e dalle preoccupazioni normative riguardanti il settore tecnologico.

Il sentiment dei mercati continua ad essere condizionato dall’atteggiamento più hawkish della Federal Reserve, dalla volatilità dei prezzi delle commodity causata dalla guerra in Ucraina e dai timori per un rallentamento dell’economia.

L’attenzione nei prossimi giorni sarà rivolta soprattutto sui dati sull’inflazione a stelle e strisce di marzo e sul meeting della Bce, in cui potrebbe essere accelerato il ritiro degli stimoli monetari con Goldman Sachs che ora si attende due rialzi dei tassi di interesse nel 2022.

Focus, inoltre, sull’inizio della nuova stagione delle trimestrali di Wall Street, che come di consueto prenderà il via con i risultati delle grandi banche statunitensi tra cui Citigroup, JP Morgan, Goldman Sachs, Morgan Stanley e Wells Fargo.

In Europa, Macron è emerso vincitore al primo round delle elezioni presidenziali in Francia con un vantaggio sottile nei confronti della rivale Marine Le Pen, allontanando i timori degli investitori su una Parigi più euroscettica.

Sul fronte macro, l’inflazione in Cina a marzo è salita dell’1,5% su base annua, rispetto al +1,4% atteso dagli analisti e dal +0,9% del mese di febbraio. I prezzi alla produzione, invece, sono cresciuti dell’8,3% (+8,1% il consensus) rallentando rispetto al +8,8% di febbraio.