Mercati asiatici – Seduta in frenata, ma denaro sui listini cinesi

Seduta in prevalenza sotto la parità per le principali borse asiatiche, frenate dai rischi derivanti dall’elevata inflazione, dall’inasprimento della politica monetaria e dall’epidemia di Covid in Cina.

L’approvazione da parte di Pechino del primo lotto di nuove licenze di videogiochi da luglio ha attenuato alcune delle preoccupazioni sui limiti del settore dei giochi in Cina, ma la reazione del mercato è stata contenuta.

I titoli del Tesoro USA sono diminuiti, portando il rendimento a 10 anni oltre il 2,80%, mentre è continuato il crollo delle obbligazioni globali. Una tendenza che riflette le aspettative che la Federal Reserve attuerà il suo inasprimento più rapido dal 1994.

Il petrolio è rimbalzato dopo una caduta che ha visto il greggio cancellare la maggior parte dei guadagni innescati dall’invasione russa dell’Ucraina. Le epidemie di virus in Cina e i limiti alla mobilità, alla ricerca di una controversa strategia Covid-zero, stanno mettendo in pericolo la domanda.

Il prossimo importante test per i mercati si profila nel pomeriggio di oggi, quando si prevede che gli Stati Uniti sveleranno un’inflazione per marzo di oltre l’8%. Sebbene ciò possa segnare il picco, si teme che le pressioni sui prezzi rimangano elevate. La guerra in Ucraina sta interrompendo i flussi di materie prime essenziali e i blocchi della Cina stanno mettendo a dura prova le catene di approvvigionamento.

Intanto sul fronte macro, in Giappone, a marzo l’indice dei prezzi alla produzione è aumentato su base mensile dello 0,8%, leggermente meno delle attese degli analisti (+0,9%) del dato di febbraio (+0,9%, rivisto da +0,8%). Su base annua l’indice ha messo in evidenza una variazione positiva del 9,5%, al di sopra del consensus (+9,2%), dopo il +9,7% del mese precedente (rivisto da +9,3%).

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,086 e il dollaro yen a 125,66. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+3%) a 101,4 dollari e il Wti (+3,1%) a 97,2 dollari al barile. Oro a 1.957,7 dollari l’oncia (+0,5%).

Tornando ai listini asiatici, Cina Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente l’1,1% e l’1%. Hong Kong in rialzo dello 0,3%.

In Giappone, il Nikkei cede l’1,8% e il Topix l’1,4%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (-2,2%), S&P500 (-1,7%), Dow Jones (-1,2%) e Russell 2000 (-0,7%).