Mercati – Eurolistini cauti prima della Bce, Milano a +0,2%

Chiusura incerta, ma sui massimi intraday, per le borse europee alla vigilia della riunione della Bce, mentre Wall Street prosegue in territorio positivo trainata dai tecnologici, dopo i dati sui prezzi alla produzione e l’avvio della stagione di trimestrali.

A Milano il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,2% a 24.722 punti, mediamente in linea con il Dax di Francoforte (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (+0,1%), il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,5%). Oltreoceano, avanzano Dow Jones (+0,5%), S&P500 (+0,7%) e Nasdaq (+1,5%).

I mercati continuano a valutare i rischi legati al conflitto in Ucraina e all’inflazione, dopo i numeri di ieri sui prezzi al consumo statunitensi che hanno evidenziato un’accelerazione all’8,5% annuo ma anche un dato core meno elevato delle attese. I prezzi alla produzione hanno invece superato le aspettative (+0,9% mensile e +11,2% tendenziale), rafforzando le aspettative di un inasprimento della politica monetaria da parte della Federal Reserve.

Domani i riflettori si sposteranno sulla Bce, che potrebbe fornire dettagli in merito alla strategia sui tassi di interesse, mentre in Gran Bretagna l’inflazione ai massimi da 30 anni (+7% a marzo) mette ulteriore pressione alla Bank of England in vista del meeting di maggio.

Negli Usa si è aperta la nuova stagione di trimestrali con i conti, tra gli altri, di JP Morgan (-2,3%) e di Delta Air Lines (+4,6%). La banca d’affari ha registrato una perdita di 524 milioni di dollari legata alla crisi in Ucraina, mentre la compagnia aerea ha chiuso il trimestre con una perdita inferiore alle attese e si prepara a un forte rimbalzo delle prenotazioni per l’estate.

A livello geopolitico, il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha ammonito i governi indecisi sugli sforzi internazionali per punire la Russia mentre Biden prepara un nuovo pacchetti di aiuti militari da 750 milioni di dollari e il governo britannico ha aggiunto 206 individui alla propria blacklist.

Dall’agenda macro si segnalano anche i dati italiani di febbraio sulla produzione industriale, cresciuta del 4% mensile (consensus +1%) dopo -3,4% di gennaio. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice evidenzia un incremento del 3,3% in termini tendenziali, a fronte dello 0,9% previsto, dopo il -2,7% di gennaio.

Sul Forex l’euro/dollaro risale a 1,086 e il dollaro/yen rimane in area 125,7. Tra le materie prime viaggiano in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+2,1%) a 106,9 dollari e il Wti (+1,9%) a 102,5 dollari, tra l’allentamento dei lockdown in Cina e il proseguimento della guerra in Ucraina, mentre aumentano le scorte statunitensi.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 160 punti base con il rendimento del decennale italiano in rialzo al 2,38%. In mattinata il Tesoro ha collocato titoli per complessivi 8 miliardi.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanzano soprattutto Iveco (+6,0%), Banco Bpm (+3,35%) e Telecom Italia (+3,0%), sostenuta dal possibile interesse di Iliad e Apax per il business Consumer. Arretrano invece Campari (-3,15%), Nexi (-2,7%) e Terna (-2,3%).