Nel primo trimestre 2022 Morgan Stanley ha registrato un fatturato di 14,8 miliardi di dollari in calo rispetto ai 15,7 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2021 di un anno fa e al di sopra dei 14,3 miliardi di dollari stimati dagli analisti.
L’utile netto è sceso di circa il 10% a 3,7 miliardi di dollari, corrispondente a 2,02 dollari per azione diluita (2,19 dollari per azione diluita del pari periodo del 2021).
Sono state battute le previsioni del mercato: il consensus di Refinitiv era di 1,68 dollari per azione.
La performance delle commissioni di consulenza per l’M&A ha attutire il calo dell’attività del mercato dei capitali.
I ricavi dell’Investment Banking sono scesi del 37% a 1,6 miliardi di dollari.
I ricavi delle consulenze sono quasi raddoppiati grazie ai livelli più elevati delle operazioni perfezionate, mentre quelli da sottoscrizione di azioni sono stati impattati negativamente delle minori emissioni in mercato incerto. I ricavi da sottoscrizione di reddito fisso sono diminuiti per le condizioni macroeconomiche che hanno contribuito a ridurre le emissioni obbligazionarie.
I ricavi da trading azionario sono stati pari a 3,2 miliardi di dollari, superiori ad attese ferme a 2,7 miliardi, secondo dati StreetAccount. I ricavi del reddito fisso sono stati pari a 2,9 miliardi di dollari, sopra la stima di 2,2 miliardi.
La divisone Wealth Management ha riportato un fatturato netto di 5,9 miliardi di dollari e un utile ante imposte di 1,6 miliardi di dollari, in linea con il 2021.
“La divisione Institutional Securities ha gestito straordinariamente bene la volatilità in favore dei clienti, il margine del Wealth Management si è dimostrato resiliente e il business ha aggiunto 142 miliardi di dollari di nuovi asset netti nel trimestre, con la divisione Investment Management che ha beneficiato del suo approccio diversificato”, ha commentato il Ceo James P. Gorman.