Mercati – Previsto avvio negativo con peggioramento situazione Covid in Cina

Prevista una partenza negativa per le borse europee, in una settimana che vedrà l’arrivo dei conti delle big della tecnologia a stelle e strisce e alcuni dati macroeconomici chiave come inflazione di aprile e Pil di Europa e Stati Uniti.

Chiusura in rosso venerdì a Wall Street, al termine di un’altra settimana in rosso per i principali indici americani dopo i nuovi messaggi hawkish provenienti dalla Fed. S&P 500 e Dow Jones hanno lasciato sul terreno il 2,8% e il Nasdaq il 2,5%.

Tra i mercati asiatici, stamane, Tokyo ha terminato in calo dell’1,9%, mentre Hong Kong cede il 3,3% e Shanghai sprofonda di oltre il 4% in scia all’estensione delle restrizioni anti Covid in alcune aree di Pechino.

Ad appesantire il sentiment degli operatori contribuisce il peggioramento della situazione pandemica in Cina, che rafforza le preoccupazioni su un rallentamento della domanda nella seconda economia mondiale.

Le autorità hanno imposto il lockdown in alcune aree di Pechino e ordinato test Covid obbligatori in un distretto, nel tentativo di prevenire il ripetersi dell’escalation di contagi che ha fermato Shanghai.

Provvedimenti che alimentano i timori sull’impatto sulla supply chain globale, deteriorando ulteriormente l’outlook dell’economia in un contesto in cui l’inflazione continua a penalizzare il sentiment dei mercati.

Il presidente della Fed, Jerome Powell, la scorsa settimana ha aperto a un rialzo dei tassi di interesse da 50 punti base nella prossima riunione di maggio e ad almeno un altro intervento di tale entità nei mesi successivi, confermando l’approccio aggressivo nel combattere le pressioni sui prezzi.

A ciò si aggiunge l’incertezza legata al conflitto in Ucraina, mentre il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il Segretario alla Difesa, Lloyd Austin, sono arrivati a Kiev per colloqui con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Nei prossimi giorni, il focus degli investitori si concentrerà sui conti delle big tech americane, messe alla prova dalla crisi delle catene di fornitura, e sui dati sul Pil del primo trimestre di Eurozona e Stati Uniti.