Nel primo trimestre 2022, Esautomotion ha realizzato ricavi per 8,19 milioni, in crescita del 25,6% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno.
Un trend iniziato già nel secondo semestre del 2020 e proseguito in modo sostenuto nel 2021 e nel primo trimestre di quest’anno, nonostante le difficoltà nel reperimento di componenti e materie prime, nonché nei trasporti, che stanno caratterizzando il settore.
Il margine di contribuzione è comunque positivo e la leva operativa ha, inoltre, contribuito al miglioramento della redditività.
A livello geografico, spicca ancora la crescita di Cina (+18%) e Turchia (+16%), che rappresentano i più importanti mercati di export per il Gruppo, e dell’Italia (+66%).
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta risulta positiva per 10,4 milioni, in lieve peggioramento di 0,11 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 a causa dell’assorbimento di capitale circolante incrementale del primo trimestre, pari a 0,79 milioni.
La società segnala, inoltre, di avere in portafoglio 383.000 azioni proprie.
Franco Fontana, Presidente di Esautomotion, ha dichiarato: “Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti nonostante le difficoltà di approvvigionamento, di logistica e geopolitiche. Manteniamo un buon portafoglio ordini”.
“Guardiamo al resto dell’anno valutando i possibili effetti del conflitto Russo-Ucraino che giudichiamo: – limitati, per quanto riguarda le aree coinvolte, poiché non significative come mercato, – non quantificabili per quanto riguarda i possibili effetti recessivi sul resto del mondo, per quanto la lunghezza dei cicli di produzione dei nostri clienti tenda a stemperare brusche ed emotive frenate”.
“Per quanto riguarda il tema Covid-19: a decorrere da metà marzo, le misure volte al contenimento del virus adottate in Cina hanno provocato un arresto delle attività della controllata Esautomotion Trading (Shanghai) Co. (che rappresenta circa il 12% del fatturato del Gruppo). Ciò ha provocato la perdita di circa un mese di fatturato ed un accumulo di arretrato sulla produzione cinese. In considerazione della capacità e della “volontà di recupero” cinese non ci aspettiamo, su base annua, ripercussioni recessive”.
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