ICF – Assemblea approva bilancio 2021 e dividendo

L’Assemblea dei Soci di Industrie Chimiche Forestali, società tra gli operatori di riferimento a livello nazionale e internazionale nella progettazione, produzione e commercializzazione di adesivi e tessuti ad alto contenuto tecnologico ha preso visione del bilancio consolidato al 31 dicembre 2021 e approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2021.

I Ricavi si attestano a 75,7 milioni, in crescita del 25% rispetto a 60,6 milioni dell’esercizio precedente e superiori del 5,3%, rispetto all’ultimo esercizio pre-Covid (71,7 milioni nell’esercizio 2019). L’EBITDA è pari a 5,2 milioni (Ebitda Margin 6,9%) rispetto a 7,1 milioni (Ebitda Margin 11,8%) dell’esercizio precedente.

L’Utile netto adjusted è pari a 2,2 milioni (Utile netto adjusted pari a 3,3 milioni nel 2020). L’Utile Netto reported si attesta a 2,3 milioni rispetto a un Utile netto reported di 2,2 milioni dell’esercizio precedente.

L’Indebitamento Finanziario Netto è pari a 7,3 milioni, rispetto a 3,2 milioni al 31 dicembre 2020, includendo i cash-out per 2,3 milioni per l’esecuzione del piano di buy-back, 1 milione per la distribuzione del dividendo e 2 milioni per l’acquisizione di Morel (di cui 1,3 milioni per la transazione e 0,7 milioni di investimenti per l’integrazione degli impianti). La generazione di free cash flow nell’anno è stata quindi positiva per circa 1,2 milioni.

L’Assemblea ha deliberato di destinare l’utile di esercizio di Industrie Chimiche Forestali S.p.A., pari a 2.170.025 euro, per:

  • 108.501 euro a riserva legale;
  • 955.419 euro per il pagamento di un dividendo di 0,14 euro per azione, con data di stacco del dividendo il 9 maggio 2022, messa in pagamento il 10 maggio 2022 e con data di legittimazione al pagamento del dividendo l’11 maggio 2022;
  • 1.106.105 euro a riserva straordinaria.

Guido Cami, Presidente e CEO di Industrie Chimiche Forestali, ha commentato: “Il 2021 è stato decisamente un anno complicato per la successione di avvenimenti rilevanti esterni: la recrudescenza della diffusione del Covid, la mancanza di materie prime, l’impennata eccezionale del prezzo delle stesse e l’aumento poderoso del costo delle energie, gas ed elettricità, le difficoltà logistiche e di costi trasporto”.

“Ciononostante, la nostra Società non ha mai interrotto l’attività produttiva, non ha utilizzato ore di cassa integrazione guadagni ed ha servito puntualmente tutta la base clienti. L’attività industriale ha marciato infatti a pieno regime, nonostante la frenata del settore auto da agosto a dicembre per le note questioni logistiche esogene, consentendoci di fatturare oltre 75 milioni rispetto ai 60 milioni del precedente esercizio”.

“Il settore della calzatura, della pelletteria, del packaging e delle attività industriali hanno contribuito vigorosamente al raggiungimento delle vendite sopra menzionate dimostrando la nostra resilienza basata sulla diversificazione dei mercati di sbocco. Abbiamo portato a termine integralmente il piano degli investimenti previsto nonché l’acquisizione del ramo d’azienda industriale di un concorrente riconosciuto dall’industria internazionale per qualità di prodotto nel segmento “calzatura lusso” (Morel) perfezionata all’inizio di luglio 2021”.

“Dal primo di ottobre gli impianti sono pienamente operativi in Forestali, incluso tutto il Team di 15 collaboratori e con piena soddisfazione sul fronte commerciale. Abbiamo investito su tutte le tematiche ESG, ovvero Ambiente, Social e Governance, redigendo peraltro l’aggiornamento del terzo Bilancio di Sostenibilità, supportati da EY, e ottenendo nuove certificazioni di processo e di prodotto”.

“Non abbiamo mai interrotto il processo di scouting di altre aziende sinergiche da aggregare. Abbiamo quindi chiuso un anno difficile con risultati molto soddisfacenti sotto l’aspetto imprenditoriale e umano, per noi e per la nostra clientela, sacrificando lievemente la marginalità del conto economico per ragioni legate all’andamento dei prezzi delle materie prime sempre in salita”.

“L’inizio del 2022 si è presentato anch’esso con delle sfide da affrontare, relativamente a fattori esogeni di cui il primo è certamente la guerra in Ucraina, che oltre al dramma umanitario ha contribuito ad inasprire ulteriormente i fenomeni inflattivi in un contesto nel quale la Società ha comunque beneficiato della strategica diversificazione geografica e dei settori di sbocco”.

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