Seduta debole per i principali listini asiatici, orfani di Cina, Hong Kong, Taiwan, Singapore, Malesia e Tailandia chiuse per la giornata dei lavoratori.
Un aumento dei futures azionari statunitensi lunedì ha suggerito una pausa nella rotta azionaria guidata dalle preoccupazioni per l’inflazione elevata, l’inasprimento della politica monetaria e il blocco cinese a causa del Covid.
Il crollo delle azioni statunitensi di aprile, tra i peggiori da quando la pandemia ha colpito i mercati nel 2020, ha continuato a mettere in ombra il sentiment. In aggiunta, l’aumento dei rendimenti obbligazionari e la forza del dollaro stanno inasprendo le condizioni finanziarie in vista degli incombenti aumenti dei tassi di interesse negli Stati Uniti, Regno Unito e Australia.
Dall’agenda macro, emerge che il dato finale di aprile del PMI manifatturiero del Giappone si è attestato a 53,5 punti, leggermente al di sopra della rilevazione preliminare (53,4 punti), ma inferiore al dato finale di marzo (54,1 punti).
Lo yuan offshore si è indebolito sulla scia dei dati che segnalano una forte contrazione dell’attività economica cinese tra fabbriche inattive e catene di approvvigionamento ingarbugliate.
La Federal Reserve dovrebbe aumentare i tassi di 50 punti base mercoledì, l’aumento più grande dal 2000. La domanda è quanto in alto deve andare per tenere sotto controllo l’inflazione incontrollata e se il ciclo aggressivo di inasprimento che ci aspetta innescherà una recessione.
Le pressioni sui prezzi sono alimentate dall’elevato costo delle materie prime che vanno dal carburante al cibo, in parte a causa delle interruzioni della guerra russa in Ucraina.
Tali sfide potrebbero intensificarsi: l’Unione europea proporrà un divieto sul petrolio russo entro la fine dell’anno, con restrizioni alle importazioni introdotte gradualmente fino ad allora.
Sul forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,052 e il dollaro yen a 130,35. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,8%) a 106,25 dollari e il Wti (-0,8%) a 103,81 dollari al barile. Oro a 1.887 dollari l’oncia (-1,3%).
Tornando ai listini asiatici, Cina, Hong Kong, Taiwan, Singapore, Malesia e Tailandia sono chiuse per la giornata dei lavoratori.
In Giappone Nikkei e Topix hanno resistono alle vendite, segnando rispettivamente un +0,2% e +0,1%. Giù in particolare l’Australia (-1,2%).
Il tutto dopo le seguenti chiusure di venerdì a Wall Street: Dow Jones (-2,8%), S&P500 (-3,6%), Nasdaq (-4,2%).