BP ha chiuso il primo trimestre 2022 con utili superiori alle attese degli analisti, annunciando un aumento del buy back tenendo fede all’impegno di distribuire una parte del surplus di cassa agli investitori.
Nei primi tre mesi dell’anno, la società ha registrato una perdita pari a 20,4 miliardi di dollari, includendo un addebito di 29,9 miliardi di dollari largamente dovuto alla decisione di cede la propria partecipazione del 20% nella russa Rosneft.
L’utile netto adjusted è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno a 6,25 miliardi di dollari, pari a un Eps di 32 centesimi, superando anche i 4,43 miliardi attesi dagli analisti. L’Ebit adjusted si è attestato a 10,21 miliardi, rispetto agli 8,44 miliardi stimati dal consensus.
Il debito netto è sceso a 27,5 miliardi dopo Capex per 2,57 miliardi e un cash flow operativo di 8,21 miliardi, con un gearing salito però oltre le attese al 25,9% (25,6% il consensus) a causa dell’impatto del sopracitato writedown per le attività in Russia.
Dopo aver riacquistato 1,6 miliardi di dollari di azioni proprie nel primo trimestre, BP ha dichiarato di eseguire un ulteriore buy back di 2,5 miliardi. Un ammontare che potrebbe aumentare ulteriormente quest’anno, dato che i prezzi del petrolio sono previsti rimanere oltre i 100 dollari.
La società prevede che le prospettive a breve termine per i prezzi del gas rimarranno “fortemente dipendenti dai flussi dei gasdotti russi verso l’Europa”. Nel secondo trimestre del 2022, BP prevede che i margini di raffinazione del settore rimarranno elevati a causa delle continue interruzioni dell’offerta, in particolare in Russia ed Europa.