Andamento debole per i principali listini asiatici, orfani di Cina e Giappone, con gli investitori che restano intenti a valutare le implicazioni di un inasprimento delle politiche monetarie a livello globale per contrastare l’elevata inflazione.
Riflettori su Hong Kong dove le azioni di Alibaba sono arrivate a cedere oltre il 9%, per poi recuperare quasi completamente il forte calo, a seguito di rumour non confermati che collegavano il fondatore dell’azienda Jack Ma a un’indagine sulla sicurezza nazionale.
Una questione, quella del colosso e-commerce, che ha ravvivato i timori per la repressione normativa di Pechino sul settore tecnologico, anche dopo che i massimi leader della nazione si sono impegnati la scorsa settimana a sostenere le cosiddette società di piattaforme.
Continuano a pesare sul sentiment anche le incertezze sull’impatto di una stretta monetaria da parte delle banche centrali. Diversi istituti si riuniranno nei prossimi giorni a livello globale, ma lo sguardo resta puntato soprattutto sulla Fed, che dovrebbe aumentare il costo del denaro di 50 punti base, effettuando il maggior incremento dal 2000.
La banca centrale australiana ha intanto aumentato i tassi di interesse di 25 punti base, oltre le attese degli analisti, affermando che sarà necessaria una politica più rigida per raggiungere il suo obiettivo di inflazione.
Resta infine monitorata anche la pandemia di Covid con le autorità cinesi che stanno contrastando la diffusione dei contagi con nuovi lockdown mentre a Hong Kong si sta lavorando per annullare le restrizioni.
Sul forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,05 e il dollaro yen a 130,1. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,1%) a 107,5 dollari e il Wti (-0,1%) a 105,1 dollari al barile. Oro a 1.860 dollari l’oncia (-0,2%).
Tornando ai listini asiatici, orfani di Cina e Giappone chiuse per festività, Hong Kong guadagna lo 0,4%.
Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (+1,6%), S&P500 (+0,6%) Dow Jones (+0,3%).
