Intercos – Ricavi +17,8% a cambi costanti ed Ebitda adj. +20% nel 1Q, conferma target 2022

Nel primo trimestre 2022, i ricavi del Gruppo Intercos sono stati pari a 174,6 milioni, in crescita del 21,1% anche a parità di perimetro (+17,8% a cambi costanti).

Particolarmente positive le performance registrate dai clienti americani ed europei mentre  prosegue l’ottimo andamento dello Skincare, unitamente al forte recupero del Make-up.
L’EBITDA rettificato si è attestato a 19,1 milioni, in aumento del 20% rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente, in linea con l’aumento registrato a livello di vendite. L’EBITDA rettificato sulle vendite nette è stato pari al 10,9%.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto cifra in 154,8 milioni rispetto a 126,6 milioni di fine 2021.
L’assorbimento di cassa del primo trimestre, pari a 28,2 milioni, riflette un aumento delle giacenze per far fronte all’ottimo ingresso ordini in un contesto che vede ancora il perdurare dell’incertezza  sul versante della supply chain, unitamente a un aumento di crediti commerciali per effetto di un progressivo aumento del fatturato nel trimestre.
Prosegue il trend positivo del gruppo che registra ordini in forte crescita, come testimoniato dall’evoluzione dell’ordinato e del portafoglio ordini:
  • ad aprile 2022, l’ingresso ordini (order in-take) della società (esclusa la Business Unit Hair & Body) è pari a 236 milioni, in crescita del 18% sullo scorso anno, di cui il Make-up risulta essere pari a 194 milioni (+28%), mentre quello relativo allo skin care risulta essere pari a 43 milioni (-7%);
  • sempre ad aprile 2022, l’attuale portafoglio ordini (Order Book) della società (esclusa la Business Unit Hair & Body) è pari a 344 milioni, in crescita del 48% sullo scorso anno, di cui il Make-up risulta essere pari a 293 milioni (+61%), mentre quello relativo allo skin care risulta essere pari a 52 milioni (+3%).
Il gruppo conferma le attese precedentemente comunicate al mercato, che
prevedono una crescita nel 2022 a livello di vendite nette in un range compreso tra il
10 e il 15%, anche in considerazione della complessità nella gestione della supply chain che sta comportando tempi più lunghi del normale di trasformazione degli ordini in fatturato.