Mercati Usa – Galvanizzati (+3%) dalla Federal Reserve

Wall Street reagisce in maniera euforica all’aumento dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale da parte dell’autorità monetaria e mette a segno il miglior rialzo dopo un simile provvedimento negli ultimi 44 anni.

Dopo l’annuncio, gli indici si muovono subito al rialzo seppure in misura modesta. Tuttavia, quando lo S&P500 buca i 4.200 punti si lancia in un rally di altri cento punti fino a 4.300 (+3%). Nello stesso “range” anche la performance degli altri listini dal Nasdaq (+3,2%) fino al Dow Jones (+2,8%) ed al Russell 2000 (+2,7%).

AMD rimbalza del nove per cento, Tesla, Google ed Apple di oltre il quattro, Facebook di oltre il cinque. Lyft, il concorrente di Uber nel trasporto passeggeri, cede il trenta per cento in scia alla pubblicazione di una trimestrale disastrosa.

VIX in forte ribasso (-17%) a 25,4 punti.

In flessione i rendimenti obbligazionari dopo aver fatto capolino oltre la barriera del tre per cento sulla scadenza decennale. Il Tbond cede tre punti basi terminando al 2,91%.

Tra le materie prime, il petrolio guadagna oltre cinque punti percentuali salendo a 108 dollari al barile, in scia alla volontà della UE di porre l’embargo sulle forniture di petrolio russe.

Tra i metalli preziosi, rimbalzano sia l’oro che l’argento il primo di un punto percentuale ed il secondo del doppio.

Stessa sorta anche per il rame (+2%) che inverte la rotta dopo due settimane consecutive di discesa.

Sul mercato valutario il dollaro si indebolisce, un po’ inaspettatamente, in seguito al provvedimento monetario della Banca Centrale domestica e scivola a 1,06 nei confronti della moneta unica, 129 rispetto allo yen e 69 verso il rublo russo.