Mercati asiatici – Segni rossi diffusi, tiene il Giappone alla riapertura

Seduta perlopiù in rosso per i principali listini asiatici, dopo i forti cali di Wall Street e con il sentiment che resta appesantito dai timori legati alla stretta monetaria delle banche centrali, all’inflazione elevata e all’impatto dei lockdown in Cina.

I mercati stanno ancora valutando le ultime decisioni della Fed che mercoledì ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base e avvierà la riduzione del proprio bilancio a partire da giugno, a un ritmo iniziale di 47,5 miliardi di dollari al mese.

Il presidente Powell ha rassicurato i mercati dichiarando che ci saranno altri ritocchi da mezzo punto percentuale nei prossimi due appuntamenti del Fomc, ma ha escluso per il momento interventi da 75 punti base.

Occhi anche sulla Bank of England che ha incrementato il costo del denaro al livello più alto dai tempi della crisi finanziaria, segnalando una prossima contrazione dell’economia appesantita da un’inflazione a doppia cifra.

Nuovi spunti operativi potrebbero intanto emergere dal job report Usa in uscita oggi pomeriggio.

Sullo sfondo non cessano i timori legati alle conseguenze socio-economiche della guerra in Ucraina e dei lockdown in Cina.

Sul forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,052 e il dollaro/yen a 130,7. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo, con il Brent (+0,3%) a 111,3 dollari e il Wti (+0,4%) a 108,7 dollari al barile. Oro stabile a 1.875 dollari l’oncia.

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,9% e l’1,4%. Hong Kong in rosso del 3,7%.

Bene invece Giappone, alla ripresa della contrattazioni dopo la chiusura per festività, con il Nikkei a +0,6% e il Topix a +0,8%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure in forte calo di ieri a Wall Street con Nasdaq (-5%);  S&P500 (-3,6%) e Dow Jones (-3,1%).