Mercati – Peggiorano nel finale in scia a Wall Street, Milano chiude a -2,7%

Giornata all’insegna delle vendite in Europa e a Wall Street, in un mercato azionario appesantito dai timori legati all’inflazione, all’inasprimento della politica monetaria e al possibile rallentamento dell’economia globale.

A Piazza Affari il Ftse Mib termina in calo del 2,7% a 22.832 punti, in prossimità dei minimi intraday e sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-2,1%), l’Ibex 35 di Madrid (-2,1%), il Ftse 100 di Londra (-2,3%) e il Cac 40 di Parigi (-2,8%). Forti ribassi anche per gli indici americani Dow Jones (-1,6%), S&P500 (-2,5%) e Nasdaq (-3,3%).

Dopo cinque settimane consecutive di ribassi, l’avversione al rischio rimane dominante sui mercati, anche a causa del conflitto in Ucraina e dei lockdown in Cina. Per quanto riguarda gli ultimi sviluppi legati alla Russia, i paesi del G7 si sono impegnati a vietare l’importazione di petrolio russo e l’Unione europea sta lavorando a un piano simile, mentre Putin è intervenuto alla parata del 9 maggio a Mosca tornando a parlare di “operazione preventiva” in Ucraina.

In Cina il premier Li Keqiang ha sottolineato il peggioramento della situazione occupazionale a causa delle restrizioni per il Covid, che dopo Shanghai hanno colpito pure Pechino. Anche i dati sulle esportazioni cinesi, cresciute ad aprile al ritmo più debole in quasi due anni, hanno evidenziato gli impatti dei lockdown.

Mercoledì sono attesi i dati americani sui prezzi al consumo, che dovrebbero mostrare il primo rallentamento dopo sette mesi. Il tutto, dopo il job report diffuso venerdì, che lascia poco spazio ad un cambio di rotta da parte della Fed nei suoi piani di aumento dei tassi e riduzione del bilancio per contrastare l’inflazione.

In settimana gli operatori presteranno attenzione anche agli interventi di alcuni esponenti della banca centrale americana, dopo che il presidente Jerome Powell ha minimizzato l’eventualità di un ritocco di 75 punti base al costo del denaro. Il numero uno della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, si è espresso in favore di incrementi da mezzo punto percentuale ma non superiori, alimentando il dibattito sul margine di manovra dell’istituto di Washington per riportare sotto controllo i prezzi evitando una recessione.

Sul Forex l’euro/dollaro risale leggermente a 1,054 e il dollaro/yen si riduce a 130,35. Tra le materie prime crollano le quotazioni del greggio con il Brent (-5,1%) a 106,6 dollari e il Wti (-5,5%) a 103,8 dollari, tra i timori di rallentamento dell’economia e in particolare della domanda cinese.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 205 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,14%.

Tornando a Piazza Affari, tra le big cap chiude in controtendenza Leonardo (+1,4%), sostenuta da possibili nuove commesse e dai giudizi degli analisti in scia ai conti. Sopra la parità Atlantia (+0,2%), vendite soprattutto su Saipem (-6,8%), Prysmian (-5,55%), Diasorin (-5,4%) e Amplifon (-5,3%).