Nel 1Q 2022 il margine di interesse del gruppo BPER si attesta a 376,4 milioni in crescita del 9,6% rispetto al pari periodo del 2021 grazie in particolare al maggior contributo della componente commerciale pari a 336,1 milioni (+15,2% a/a).
Rispetto al 4Q 2021 il dato è in calo del 2,5% principalmente per il minor numero di giorni di calendario del 1° trimestre 2022 (-0,3% al netto di tale effetto).
Le commissioni nette sono pari a 450,6 milioni in aumento del 37,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, di cui quelle relative al comparto della raccolta indiretta e bancassurance pari a 197,6 milioni (+37,4% a/a), mentre le commissioni riferibili all’attività bancaria tradizionale ammontano a 252,9 milioni (+37,2% a/a)
Rispetto al 4° trimestre 2021 il dato è in calo del 4,0% principalmente per la stagionalità positiva che beneficia delle commissioni di performance riferite al risparmio gestito (18,5 milioni). Al netto di queste ultime il dato risulta in linea con il trimestre precedente.
I profitti da trading assommano a 58,9 milioni rispetto a 76,2 milioni del 1Q 2021 (23,6
milioni nel 4Q 2021), nonostante l’aumento della volatilità dei mercati finanziari registrata da fine febbraio in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina.
Gli oneri operativi sono pari a 558,4 milioni rispetto a 546,5 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. Nel confronto con il 4° trimestre 2021 (858,3 milioni) il dato è in calo del 34,9%. Nel dettaglio, Le spese per il personale risultano pari a 352,2 milioni in aumento rispetto a € 302,1 milioni del 1Q 2021 per effetto dell’ingresso di nuove risorse in seguito al ramo acquisito lo scorso anno.
Rispetto al 4Q 2021 (557,2 milioni) il dato è in calo del 36,8%, anche per effetto delle spese di carattere straordinario registrate nel trimestre scorso in relazione all’ottimizzazione degli organici volta a favorire il ricambio generazionale delle risorse.
Il risultato della gestione operativa è pari a 325,3 milioni in rialzo sia rispetto a 211,2 milioni registrati nello stesso periodo del 2021 (+54,0%), sia rispetto al 4Q 2021 (39,2 milioni).
L’utile della gestione corrente al lordo delle imposte risulta pari a 158,3 milioni, in aumento del 50,0% rispetto al 1Q trimestre 2021 al netto delle poste straordinarie legate al ramo ex Ubi acquisito da Intesa Sanpaolo lo scorso anno.
L’utile di periodo di pertinenza della Capogruppo si fissa a 112,7 milioni, diminuito del 71,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 quando aveva beneficiato di alcune componenti contabili straordinarie legate all’acquisto del ramo d’azienda Ubi (circa 1 miliardo).
L’utile pre-tasse cifra in 158,3 milioni, in crescita del 50% al netto di suddette componenti straordinarie.
Da lato patrimoniale, la raccolta diretta da clientela (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie designate al fair value) si attesta a 99,4 miliardi (-2% rispetto a fine anno 2021). All’interno, la raccolta da clientela ordinaria che ammonta a 93,8 miliardi, costituita principalmente da conti correnti e depositi per 89,4 miliardi.
La raccolta indiretta da clientela raggiunge 161,3 miliardi, di cui 81,2 miliardi riferiti al risparmio gestito e bancassurance vita.
Nel trimestre, la raccolta netta è stata positiva per 422,6 milioni, nonostante il rallentamento del mese di marzo dovuto all’aumento delle volatilità sui mercati finanziari.
I crediti lordi verso la clientela sono pari a 81,6 miliardi (-0,4% rispetto a fine anno 2021), di cui crediti “performing” per 77,6 miliardi (-0,4% da fine 2021) e crediti deteriorati per 4,0 miliardi (-0,4% da fine 2021). L’incidenza di questi ultimi sul totale dei crediti lordi (NPE Ratio lordo) è pari al 4,9%, invariata rispetto al 4° trimestre 2021.
Con riferimento alla composizione dei crediti deteriorati lordi, le sofferenze sono pari a 2,0 miliardi (-0,4% da fine 2021), le inadempienze probabili si attestano a 1,9 miliardi (+0,5% da fine 2021) e i crediti scaduti ammontano a 109,6 milioni (-14,2% da fine 2021).
I crediti netti verso la clientela sono pari a 78,7 miliardi (-0,5% da fine 2021). All’interno dell’aggregato, i crediti “performing” netti sono pari a 77,1 miliardi (-0,5% da fine 2021), di cui 7,5 miliardi di crediti garantiti dallo Stato.
L’ammontare delle esposizioni lorde verso controparti residenti in Russia, Bielorussia e
Ucraina, è pari a 58,1 milioni (in calo rispetto ai 66,8 milioni del 31 dicembre 2021).
I crediti deteriorati netti ammontano a 1,6 miliardi in calo dell’1,0% rispetto a fine 2021. L’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale dei crediti netti verso clientela (NPE ratio netto) è pari al 2,0% invariata rispetto al dato di fine 2021. Il coverage ratio del totale dei crediti deteriorati è in leggero aumento al 60,6% dal 60,4% di fine 2021.
In termini di solidità patrimoniale, al 31 marzo 2022 il CET1 phased in proforma, stimato escludendo gli effetti delle disposizioni transitorie in vigore e includendo il risultato di periodo per la quota parte non destinata a dividendo, ovvero simulando gli effetti dell’autorizzazione rilasciata dalla BCE per il computo di tali utili nei Fondi Propri, si attesta al 14,1% (14,5% al 31 dicembre 2021), mentre quello fully phased proforma è pari al 13,6% (13,5% a fine 2021).
L’istituto ha confermato che il nuovo piano industriale, che includerà anche Banca Carige, verrà presentato nel mese di giugno.