Nel 1Q 2022 il margine di interesse è risultato pari a 20,7 milioni, è in aumento del 6% a/a, con interessi passivi in calo del 39% a/a a 2,9 milioni anche a seguito del rimborso del prestito obbligazionario, presente invece al 31 marzo 2021 e del minor costo di conti correnti e conti deposito.
Gli interessi attivi hanno invece riportato un lieve calo del 3% a 23,6 milioni, mentre i minori contributi del factoring e CQ non sono stati compensati dai maggiori contributi del credito su pegno e dei finanziamenti con garanzia dello Stato.
Nell’attuale contesto di mercato, gli interessi attivi del business factoring, pari a circa il 58% del totale (64% nel 2021), risultano in calo del 12% a/a, sostanzialmente a seguito dei minor interessi di mora da azione legale. Il contributo complessivo a conto economico al 31 marzo 2022 degli interessi di mora in azione legale è pari a 4,1 milioni (6,6 milioni al 31 marzo 2021).
Il costo totale della raccolta, pari a 0,2%, è minore del costo dell’intero 2021 (0,4%).
Le commissioni nette, pari a 3,7 milioni, registrano un calo rispetto a 4 milioni al 31 marzo 2021, per il minor contributo delle commissioni nette del CQ e del factoring, parzialmente compensate dal maggior contributo delle commissioni attive del credito su pegno.
Nel primo trimestre del 2022 sono state effettuate, come di consuetudine, cessioni di portafogli di crediti factoring, registrando ricavi pari a 0,3 milioni, stabili a/a.
Il margine di intermediazione si riduce del 6% a/ a 24,7 milioni.
Le rettifiche di valore nette per deterioramento crediti ammontano al 31 marzo 2022 a 2,3 milioni, in forte calo a/a (4,1 milioni). Il costo del rischio relativo ai crediti alla clientela risulta pari a 33 bps.
I costi operativi aumentano a/a del 2% a 15,7 milioni, prevalentemente per la dinamica della voce Accantonamento a Fondo rischi e oneri (0,5 milioni vs un importo sostanzialmente nullo nl 1Q 2021).
L’utile netto del periodo di pertinenza della capogruppo si fissa a 4,4 milioni, in calo del 4% a/a.
Dal lato patrimoniale, il portafoglio titoli è composto da titoli di Stato italiani, pari a 765,3 milioni, con una vita residua media di 32,8 mesi. La componente “Held to Collect and Sell” (HTCS), pari a 580,7 milioni al 31 marzo 2022 è maggiore rispetto al 31 dicembre 2021 (445,8 milioni), con una vita residua media di circa 34,3 mesi.
Lo stock dei crediti deteriorati lordi pari a 319,5 milioni aumenta rispetto al 31 dicembre 2021 (pari a 315,1 milioni) per l’aumento delle inadempienze probabili, non compensato dal calo degli scaduti. L’aumento trimestrale delle inadempienze probabili è sostanzialmente ascrivibile ad una singola posizione del factoring/Finanziamenti garantiti.
La raccolta Retail rappresenta il 63% circa del totale (68% al 31 dicembre 2021) ed è costituita da conti correnti e depositi a termine. La componente Retail della raccolta è aumentata in valore assoluto rispetto a fine 2021.
Al 31 marzo 2022, i coefficienti patrimoniali1 aumentano rispetto al 31 dicembre 2021 a seguito del calo dei Risk Weighted Assets, in prevalenza per i minori impieghi verso imprese, e si attestano a: CET1 ratio 11,9% (11,6% al 31 dicembre 2021); TIER 1 ratio 15,0% (14,6% al 31 dicembre 2021); Total Capital ratio 15,0% (14,6% al 31 dicembre 2021).