Carige – Perdita netta in calo a 8,7 mln nel 1Q 2022

Il gruppo Carige archivia il primo trimestre 2022 con un margine operativo lordo positivo per 20,3 milioni (1,8 milioni nel pari periodo del 2021), confermando il trend di progressivo recupero della marginalità evidenziato nella seconda metà del 2020 e 2021.

I proventi operativi sono stati pari a 112 milioni (+14,8% a/a), mentre gli oneri
operativi si sono fissati a 91,7 milioni (-4,2% a/a).

Tra i proventi, il margine di interesse è salito a 40,0 milioni (+13,1% a/a) e le commissioni nette sono aumentate dell’11,8% a 57,3 milioni.

Il contributo della gestione finanziaria corrente nei tre mesi è stato pari a 13,1 milioni (11,8 milioni nel 1Q 2021), di cui 10,2 milioni di dividendi quasi interamente riferiti alla partecipazione in Banca d’Italia (oggi al 3,001%).

Gli oneri operativi si attestano a 91,7 milioni (-4,2% a/a) e, fra questi, le spese per il personale ammontano a 50,6 milioni (-7,1% a/a) in costante flessione anche per il beneficio derivante dall’attualizzazione sulle somme accantonate per il Fondo di Solidarietà di settore, pari a 3,7 milioni. Nel trimestre il personale diminuisce a 3.260 unità (3.276 unità al 31 dicembre 2021).

Le rettifiche di valore nette su crediti verso banche e clientela, inclusive delle variazioni di
fair Value dei crediti classificati tra le Attività valutate obbligatoriamente al Fair Value,
ammontano a 16,7 milioni (-33,7% a/a).

Il costo del rischio dei tre mesi (annualizzato) risulta pari a 42 bps (33 bps del 2021), avendo già incorporato l’adeguamento dello scenario di rischio inclusivo degli effetti del conflitto Russo-Ucraino.

Il margine operativo netto risulta positivo per 3,6 milioni (era negativo per 23,2 milioni nel primo trimestre 2021).

I tributi e oneri di sistema (SRF e DGS), unitamente ai canoni DTA, ammontano a
complessivi 14,0 milioni (13,8 milioni nel primo trimestre 2021), portando a un risultato
lordo ante imposte negativo per 7,2 milioni (-36,0 nel primo trimestre 2021). Il trimestre non include l’effetto economico positivo derivante dalla mancata iscrizione di DTA (Deferred Tax Assets) pari a circa 2 milioni, che porta il totale cumulato delle DTA a circa 1,3 miliardi.

Le imposte assorbono 1,3 milioni (-68,5% a/a), portando – al netto dei terzi – ad una perdita di periodo di pertinenza della Capogruppo pari a 8,7 milioni (-39,7 nel primo trimestre 2021).

La raccolta diretta da privati e imprese, si conferma stabile sui livelli di dicembre 2021 a 13,4 miliardi, sia nella componente a breve termine (12,5 miliardi), sia in quella a medio/lungo (0,8 miliardi).

Il risparmio gestito si fissa a 11,9 miliardi (12,1 miliardi a fine dicembre 2021), con la dinamica trimestrale che, in linea con l’andamento di tutto il settore, risulta fortemente influenzata da una minore propensione al rischio degli investitori e da un effetto mercato negativo (-2,3% la performance trimestrale vs. -3,5% del Sistema); la nuova produzione netta segna un +0,3% rispetto a dicembre 2021. All’interno dell’aggregato i Fondi comuni sono pari a 5,5 miliardi (€5,7 miliardi a dicembre 2021); stabili le gestioni patrimoniali (0,6 miliardi) e i prodotti bancario-assicurativi (5,8 miliardi).

Superiori al mercato le performance registrate dal credito al consumo, la cui produzione è
aumentata del 67,1% nel trimestre (vs un +24,9% del Sistema); in tale ambito si evidenziano i trend dei prestiti personali (+80,5% vs +33,2% del Sistema) e della cessione del quinto (+41,9% vs +3,8% del Sistema).

I crediti deteriorati lordi per cassa alla clientela valutati al costo ammortizzato ammontano a 613,1 milioni (290,7 milioni al netto delle rettifiche di valore), in marginale contrazione
rispetto a dicembre 2021 (-0,9% sui lordi e -6,0% sui netti).

Per quanto riguarda i livelli di incidenza del credito deteriorato sul totale del portafoglio crediti l’NPE ratio lordo risulta stabile al 5,0% e l’NPE ratio netto scende al 2,4% (2,6% a dicembre).

Al 31 marzo 2022, il CET1 ratio phased-in è pari al 9,7% (rispetto all’8,83% richiesto) e il
Total Capital ratio phased-in al 12,0% (rispetto al 13,75%11 richiesto), con un livello di RWA pari a 9,1 miliardi (sostanzialmente stabile rispetto a dicembre 2021).

Il Leverage Ratio phased-in è stimato pari al 3,9% (3,5% fully phased).