Nel primo trimestre del 2022 Carel Industries ha registrato ricavi consolidati in crescita del 32,1% per 128,9 milioni. Al netto del contributo derivante dall’inclusione nel perimetro di consolidamento di CFM ed Engina, pari a 7,8 milioni, e dell’effetto positivo dei cambi di 2,4 milioni, l’incremento sarebbe stato pari al 21,7%.
Nonostante l’azienda avesse registrato una robusta domanda su tutti i segmenti, la società non è riuscita a soddisfarla a causa della persistente penuria di materie prime e di materiale elettronico. Tutto ciò si è riflesso in un contesto di generalizzato aumento dei costi di approvvigionamento e trasporto al quale il Gruppo ha fatto fronte tramite alcuni incrementi del proprio listino.
Per quanto riguarda i ricavi per area geografica, l’EMEA, regione che rappresenta il 72% delle vendite del Gruppo, registra una crescita pari al 31,6% a cambi costanti (+22,2% a perimetro costante), a 93,3 milioni grazie a crescita della domanda e alle performance positive in quasi tutti i segmenti.
L’APAC, che rappresenta circa il 14% dei ricavi del Gruppo, riporta un incremento del 31,2% (+23,1% a cambi costanti) a 17,9 milioni.
Il Nord America, che rappresenta circa il 12% dei ricavi del Gruppo, segna un progresso del 39,3% (+29,8% a cambi costanti e +21% a parità di perimetro) a 15,2 milioni circa grazie alle buone performance nelle applicazioni legate all’indoor air quality e al raffrescamento dei centri di calcolo.
Infine, il Sud America, che esprime circa il 2% del volume d’affari del Gruppo riporta una crescita del 17,3% (+7% a cambi costanti) a 2,6 milioni.
Per quanto riguarda le singole aree di business, il segmento dell’HVAC segna ricavi in aumento del 32,8% a 83,5 milioni (+30,2% a cambi costanti). Escludendo il cambio di perimetro dovuto alle due acquisizioni effettuate di CFM ed Enginia pari a 5 milioni, l’incremento sarebbe comunque ben superiore al 20%.
Il segmento della “Refrigerazione” segna una crescita del 30,2% (+28,0% a cambio costanti e +23% al netto del cambio di perimetro).
A livello di gestione operativa, l’Ebitda consolidato si assesta a 27,2 milioni, in aumento del 23,8%, con una marginalità al 21,1% (22,5% nell’1Q21).
L’utile netto consolidato sale del 22,8% a 16,4 milioni.
Includendo l’effetto contabile legato all’applicazione dell’IFRS16 pari a 27 milioni, la posizione finanziaria netta consolidata è negativa per 64,9 milioni. L’incremento di 7 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 è ascrivibile al fatto che la robusta generazione di cassa non ha coperto le dinamiche del capitale circolante netto, la cui crescita di 24,4 milioni è dovuta anzitutto all’aumento dei crediti per maggiori ricavi e all’incremento del magazzino di 9 milioni.
Per quanto riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, il management ritiene di poter registrare per il secondo trimestre di quest’anno rispetto al 2Q21 un trend di crescita dei ricavi a doppia cifra percentuale (a parità di perimetro di consolidamento) sebbene nella parte inferiore/media del secondo decile.