Il Gruppo Iren chiude il primo trimestre 2022 con ricavi consolidati pari a 2.185,7 milioni in aumento del +91,8% rispetto al primo trimestre 2021.
I principali fattori di incremento sono riferibili ai maggiori ricavi energetici, influenzati per circa 900 milioni dall’incremento dei prezzi delle commodities e per circa 28 milioni dall’effetto climatico e dai consumi.
Contribuiscono inoltre alla variazione del fatturato, per 58 milioni, le attività di riqualificazione energetica e ristrutturazione degli edifici, favorite dalle agevolazioni fiscali (bonus facciate e superbonus 110%), oltre alla variazione di perimetro connessa al consolidamento delle società di Puglia Holding (+8 milioni).
L’EBITDA migliora del 16,2% a 362,8 milioni. L’incremento è riconducibile per circa 6
milioni all’ampliamento del perimetro di consolidamento riferibile all’acquisizione delle società di Puglia Holding.
Contribuisce positivamente al miglioramento del margine l’andamento dello scenario energetico caratterizzato da un prezzo dell’energia elettrica e dell’energia termica in forte incremento rispetto al primo trimestre 2021.
Complessivamente l’incremento del margine in riferimento alle singole business unit è così suddiviso: Ambiente (+26,3%), Energia (+78,1%), Reti (+0,3%), mentre risulta in calo la business unit Mercato (-48,1%); quest’ultimo trend è da correlare all’aumento della BU Energia nella logica di gestione integrata della filiera energetica.
L’EBIT aumenta del 22,9% a 225,8 milioni. Nel periodo si sono registrati maggiori ammortamenti per 9 milioni, relativi all’entrata in esercizio di nuovi investimenti e all’ampliamento del perimetro di consolidamento e a minori accantonamenti al fondo svalutazione crediti e ai fondi rischi per 1 milione.
L’Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti scende del 1,7% a 118,4 milioni. I risultati di entrambi i periodi sono stati impattati da elementi straordinari: il 2021 è influenzato da un one-off positivo non ripetibile di circa 12 milioni pretasse, mentre il 2022 include l’impatto negativo del Contributo di solidarietà – ex art. 37 DL Taglia Prezzi stimato, pari a 24 milioni e imputato interamente in questo trimestre.
Escludendo gli effetti non ricorrenti su entrambi i periodi l’Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti risulterebbe in crescita del 27,2%.
L’Indebitamento Finanziario Netto al 31 marzo 2022 cifra in 2.956,9 milioni, in lieve incremento (+1,8%) rispetto al dato del 31 dicembre 2021. Al riguardo, il flusso di cassa generato dall’attività operativa ha contribuito a mitigare l’effetto degli esborsi effettuati a fronte degli investimenti e delle operazioni di M&A del periodo.
Gli investimenti lordi ammontano a 378 milioni, in crescita di 2,3x rispetto ai 163 milioni dello stesso periodo del 2021, di cui 141 milioni di investimenti tecnici, 185 milioni relativi all’acquisizione di Puglia Holding e 52 milioni di contributi inerenti ai progetti di efficientamento energetico.
Il management ha affermato che “i prossimi mesi saranno caratterizzati da un’accelerazione degli investimenti, attesi in forte crescita (+50%) rispetto al 2021”, per cogliere “diverse opportunità di sviluppo che permettono di anticipare quota parte di quanto previsto nel Piano Industriale”.
In relazione alla crisi geopolitica internazionale a seguito del conflitto Russia – Ucraina, il management sottolinea che “risulta attualmente difficile nonché incerto valutare gli effetti e le ripercussioni che potrebbero derivare dal perdurare della crisi internazionale. In tale scenario, sono due i rischi principali da tenere attenzionati: la volatilità del prezzo delle commodity ed il contestuale effetto inflazionistico”. Iren “monitora quotidianamente l’evolversi della situazione, definendo i possibili scenari di rischio per le proprie attività e individuando, laddove possibile, azioni di mitigazione”.
In aggiunta, “per contenere l’impatto derivante dall’aumento del prezzo delle commodity, il cui trend rialzista è iniziato nel quarto trimestre del 2021, il governo ha già approvato delle misure volte a calmierare lo sbilanciamento tra i prezzi di produzione e vendita di energia elettrica e gas; tali misure, secondo le prime stime, avranno un impatto non rilevante sulla redditività del Gruppo”.