Mercati asiatici – I dati macro indeboliscono i listini cinesi, Giappone e Hong Kong caute

Seduta incerta per i principali listini asiatici dopo i deboli dati macroeconomici della Cina che hanno alimentato le preoccupazioni sulle prospettive globali.

Dati che hanno evidenziato una produzione industriale in calo ad aprile del 2,9% dal precedente +5% e vendite al dettaglio scese dell’11,1%, precipitando ai livelli peggiori dall’inizio della pandemia a causa dei nuovi lockdown nel paese asiatico.

I funzionari stanno adottando misure per aiutare l’economia con Pechino che ha tagliato il tasso di interesse per i nuovi mutui durante il fine settimana per sostenere il mercato immobiliare in difficoltà.

Il tutto in un contesto che resta appesantito dai timori per una recessione economica a causa delle pressioni inflazionistiche e dell’aumento dei costi finanziari.

Il presidente senior di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ha esortato le aziende e i consumatori a prepararsi a una recessione negli Stati Uniti, parlando di un “rischio molto, molto alto”.

Gli economisti dell’istituto hanno tagliato le loro previsioni sulla crescita degli Stati Uniti per quest’anno e il prossimo, aspettandosi ora rispettivamente uno sviluppo del 2,4% e dell’1,6% rispetto al precedente +2,6% e +2,2%.

Sullo sfondo restano anche le tensioni geopolitiche dopo la decisione di Finlandia e Svezia di entrare nella Nato.

Sul forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,04 e il dollaro/yen a 129,00. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1,8%) a 109,55 dollari e il Wti (-1,5%) a 106,95 dollari al barile. Oro a 1.804 dollari l’oncia (-0,2%).

Tornando ai listini asiatici, Cina debole con Shanghai  -0,3% e Shenzhen -0,1%. Hong Kong a +0,1%.

Giappone cauto con il Nikkei a +0,4% e il Topix in parità.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di venerdì a Wall Street: Nasdaq (+3,8%), S&P500 (+2,4%) e Dow Jones (+1,5%).