Il gruppo Tamburi Investment Partners (TIP) chiude i primi tre mesi del 2022 con un utile pro forma, determinato considerando le plusvalenze e minusvalenze realizzate e le svalutazioni sugli investimenti in equity, pari a 3,3 milioni e con un patrimonio netto consolidato di circa 1,16 miliardi.
Il trimestre, in assenza di rilevanti dismissioni, non è pertanto paragonabile allo stesso periodo di esercizi precedenti, spesso caratterizzati da operazioni che quest’anno, data la situazione sia congiunturale che borsistica, non sono state perfezionate.
La quota di risultato delle partecipazioni collegate rappresenta un provento di 4,4 milioni, che sarebbero stati 18,4 milioni se si fosse esclusa la quota di risultato negativo di Alpitour.
Tali dati sono stati resi possibili grazie ai risultati positivi delle partecipate IPGH, controllante del gruppo Interpump, OVS, ITH, controllante del gruppo Sesa, Beta Utensili, BE, Sant’Agata, controllante del gruppo Chiorino ed Elica.
I ricavi per attività di advisory nel periodo sono stati di circa 0,3 milioni.
Il costo del personale si è ridotto sensibilmente rispetto al primo trimestre del 2021 in quanto, essendo come sempre influenzato dall’effetto delle remunerazioni variabili degli amministratori esecutivi che sono come noto parametrate ai risultati del periodo, ha avuto un’incidenza assai marginale. Peraltro i costi del primo trimestre 2021 comprendevano
anche oneri per l’assegnazione di stock option.
I proventi finanziari comprendono principalmente alcune lievi plusvalenze, variazioni di fair value di strumenti derivati per 3,5 milioni e gli interessi attivi e plusvalenze su obbligazioni per 0,5 milioni.
Gli oneri finanziari si riferiscono soprattutto agli interessi maturati sul bond per 1,9 milioni, a variazioni negative di valore di strumenti derivati per 0,9 milioni e di azioni quotate disponibili per la vendita per 0,6 milioni, a minusvalenze su obbligazioni per 1,3 milioni
e ad altri interessi su finanziamenti per 0,6 milioni.
La posizione finanziaria netta consolidata al 31 marzo 2022 – tenuto anche conto del prestito obbligazionario, ma senza considerare attività finanziarie non correnti ritenute sotto il profilo gestionale liquidità utilizzabile a breve – era negativa per circa 419,2 milioni, rispetto ai circa 380,8 milioni a fine anno 2021, una dinamica che sconta l’impiego di liquidità per finalizzare gli investimenti in partecipazioni del trimestre.