Mercati Usa – Previsto avvio ancora in rosso con timori impatto inflazione sulla crescita

I futures sull’azionario Usa cedono l’1,1-1,2%, preannunciando una partenza ancora in calo a Wall Street dopo il pesante sell-off di ieri tra le preoccupazioni per il persistere dell’elevata inflazione e il rischio di recessione.

Mercoledì i principali indici americani hanno chiuso in forte ribasso, accusando la peggior perdita giornaliera da giugno 2020 e bruciando 1.500 miliardi di dollari di valore di mercato. Il Nasdaq ha perso il 4,7%, lo S&P 500 il 4% e il Dow Jones il 3,6%.

I primi segnali di un impatto della crescita dell’inflazione sui conti delle aziende spaventano gli investitori, dopo che i risultati dei colossi della grande distribuzione hanno alimentato i timori per la tenuta dei consumi a fronte dell’aumento dei prezzi.

Dopo la diffusione dei conti, l’americana Target ha perso un quarto del proprio valore, segnando il peggior crollo dal Black Monday del 1987 e seguendo le sorti di Walmart (-17% nelle ultime due sedute).

Indicazioni che hanno acceso i dubbi sulla possibilità che solidi risultati corporate possano contribuire a stemperare le turbolenze viste quest’anno sui mercati finanziari, con l’equity globale sceso in un bear market tra i crescenti timori di recessione.

Nel frattempo, arretrano i rendimenti dei Treasury in scia al tentativo degli investitori di ripararsi da un’ulteriore discesa degli asset rischiosi, con la Federal Reserve pronta ad alzare ulteriormente i tassi di interesse e ad iniziare a ridurre il proprio bilancio per combattere l’inflazione.

La banca centrale americana, infatti, ha ribadito l’intenzione di portare avanti una stretta monetaria per riportare le pressioni sui prezzi sotto controllo, rafforzando le preoccupazioni degli operatori sul rischio di stagflazione.

Sul fronte macro, infine, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione si sono attestate a 218 mila unità, rispetto alle 200 mila previste dagli analisti e alle 197 mila della rilevazione precedente.