International Gas Union (IGU), Snam e Rystad Energy, in qualità di “knowledge partner”, hanno presentato il Global Gas Report 2022 in occasione della 28esima Conferenza Mondiale del Gas dell’IGU in corso a Daegu, in Corea del Sud.
La nuova edizione del Global Gas Report ha analizzato gli ultimi due anni, particolarmente turbolenti per l’industria globale del gas e più in generale per i mercati energetici.
A seguito dei lockdown dovuti alla pandemia da COVID-19 ed escluso un breve periodo caratterizzato da un eccesso di offerta e da prezzi molto bassi, si è assistito a mercati “corti”, a un’estrema volatilità di prezzi e a una nuova minaccia geopolitica alla sicurezza energetica, rappresentata dal conflitto armato tra Russia e Ucraina.
Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e realizzare le ambizioni net zero entro il 2050, le emissioni di gas serra dovranno raggiungere il picco entro il 2025. In questo limitato arco di tempo a disposizione, i decisori pubblici e l’industria saranno chiamati a sviluppare strategie realistiche per abbattere le emissioni in tutti i settori dell’economia. Il gas naturale, insieme ai gas decarbonizzati e a quelli a basso o nullo contenuto di carbonio, svolgerà un ruolo fondamentale nel sostenere queste iniziative di decarbonizzazione.
A partire dal 2020 le emissioni hanno ripreso la loro tendenza al rialzo, in particolare nel settore della generazione elettrica, dove si sono verificate un’impennata della domanda post COVID-19 e una maggiore tendenza a passare dal gas al carbone per ragioni di convenienza di prezzo.
Questa situazione è stata esacerbata dalla scarsità di offerta di energia a livello globale e dal conflitto Russia-Ucraina nel 2022. Per agevolare il passaggio dal carbone al gas sarà necessario concentrarsi sulla disponibilità di gas, sulla tassazione delle emissioni e sulle politiche in materia di CO2 e inquinamento.
Il conflitto russo-ucraino ha posto in primo piano la questione della sicurezza energetica e ha evidenziato il valore della diversificazione degli approvvigionamenti. Ulteriori infrastrutture, che includono importazione e stoccaggio di gas, possono contribuire al rafforzamento della sicurezza energetica.
Anche le condizioni climatiche estreme degli ultimi due anni hanno messo a dura prova la sicurezza energetica, tuttavia in questo periodo il gas naturale si è dimostrato un combustibile affidabile per la generazione elettrica, in grado di compensare la carenza di altre fonti.
Il futuro dell’industria del gas sarà strettamente legato alla sostenibilità. In virtù del suo profilo a basse emissioni, il gas può infatti consentire una riduzione immediata delle emissioni.
Progressivamente, l’industria del gas potrà abilitare lo sviluppo di tecnologie a basse o zero emissioni di carbonio, quali l’idrogeno, il biometano e la CCUS (carbon capture utilization and storage), garantendo materia prima, infrastrutture e competenze.
Benché oggi l’idrogeno blu e quello verde rappresentino meno dell’1% della domanda di idrogeno e il biometano appena l’1% della produzione di gas a livello globale, l’interesse per queste soluzioni sta aumentando, con sempre più Paesi che si sono impegnati in termini di target e finanziamenti, sottolineano IGU, Snam e Rystad Energy.
Il programma europeo “RePowerEU” prevede una domanda di 35 miliardi di metri cubi di biometano e 20 milioni di tonnellate (circa 70 miliardi di metri cubi equivalenti) di idrogeno pulito in Europa entro il 2030; queste due soluzioni insieme rappresentano circa il 25% dell’attuale mercato del gas naturale dell’Ue.