Iniziative Bresciane – Focalizzata sullo sviluppo degli investimenti in Toscana

Cresce il fatturato del gruppo bresciano nel 2021 a 22,5 milioni (+13%), sostenuto dall’incremento della componente prezzo dell’energia elettrica e dall’entrata in esercizio di 12 nuovi impianti (+38%), per complessivi 44, con una potenza installata che raggiunge i 57 MW (+19%), segno dell’intensa attività di crescita del Gruppo. La società conferma l’attenzione e l’impegno nei confronti dei propri azionisti erogando un dividendo di 0,80 euro in crescita dell’11% rispetto a 0,72 euro dell’esercizio precedente. Per il 2022 il Gruppo sarà impegnato nella realizzazione degli impianti riguardanti il progetto sul fiume Arno, in Toscana, anche grazie al supporto del finanziamento BEI da 49 milioni.

Modello di business

Iniziative Bresciane (INBRE) opera nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con focus su impianti idroelettrici di medie e piccole dimensioni, inferiori a 3 MW, direttamente o attraverso società operanti nel settore idroelettrico, alcune in partnership con istituzioni pubbliche e private.

Il gruppo dispone e gestisce di 44 impianti idroelettrici in esercizio, gestiti in parte direttamente e in parte avvalendosi di società specializzate, che per la quasi totalità beneficiano di meccanismi di incentivazione (certificati verdi, oggi denominati GRIN, o tariffa omnicomprensiva), avendo ottenuto la qualificazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili (IAFR o FER) da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE).

Gli impianti idroelettrici sono localizzati nelle province di Brescia (20 impianti), Bergamo (15 impianti), Cremona (4 impianti), Trento (2 impianti) e Lucca (3 impianti).

Il gruppo inoltre è titolare di progetti in corso di sviluppo e/o concessioni già rilasciate.

Ultimi avvenimenti

Il Cda di INBRE ha recentemente approvato la Delibera Quadro 2022 finalizzata al proseguimento del supporto finanziario per l’esecuzione del c.d. “Progetto Fiume Arno”, realizzato per il tramite della partecipata al 49% Iniziative Toscane (INTOS).

La delibera prevede che il supporto finanziario avvenga tramite: (a) operazioni di finanziamento da parte di INBRE a favore di INTOS, sotto forma di erogazione di finanziamenti soci e/o altri versamenti; (b) operazioni di concessione di garanzie, sotto qualsiasi forma, da parte di INBRE in favore di INTOS. In questa seconda fattispecie rientrano anche operazioni di concessione di garanzie e di collateral, sotto qualsiasi forma, da parte di INTOS a favore di INBRE nel contesto del menzionato progetto.

L’ammontare massimo complessivo previsto per le operazioni di finanziamento, così come per le concessioni di garanzie, è pari a 35 milioni.

Il “Progetto Fiume Arno”, un project financing avviato nel 2008 dalla Provincia di Firenze, consiste nella straordinaria manutenzione, ristrutturazione, rifunzionalizzazione di 13 briglie/traverse presenti nel demanio fluviale del fiume Arno e la realizzazione e gestione di 12 impianti ad acqua fluente per la produzione di energia idroelettrica.

Proprio in relazione al “Progetto Fiume Arno”, la società bresciana lo scorso novembre ha sottoscritto con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) un contratto di finanziamento per circa 49 milioni.

Il finanziamento corporate ha una durata di 12 anni e copre circa il 75% dell’investimento complessivo.

L’operazione prevede l’erogazione di tre tranche modulate in base allo stato di avanzamento lavori. La prima, pari a circa il 60% del finanziamento totale, è stata incassata a novembre 2021; la seconda, pari a circa il 30%, a febbraio 2022, la terza, a saldo dell’operazione, verrà erogata in occasione del collaudo degli impianti, verosimilmente nei primi mesi del 2023.

Conto economico

Nel 2021 i ricavi netti consolidati sono cresciuti su base annua del 12,8% a 22,5 milioni. Una dinamica che ha beneficiato principalmente dell’aumento del prezzo dell’energia che ha più che compensato il calo della produzione idroelettrica dovuta a condizioni metereologiche non particolarmente favorevoli (-7,7% a 154,1 GWh) e, in misura meno significativa, dell’entrata a regime dei nuovi impianti.

L’Ebitda è migliorato del 9,1% a 15,3 milioni, con un’incidenza sui ricavi netti al 67,7%, spesati costi esterni saliti a 6,3 milioni, dai 5 milioni dell’esercizio precedente.

A valle di ammortamenti e svalutazioni pari a 8,2 milioni (7,3 milioni al 31/12/20) l’Ebit si attesta a 7,1 milioni (+6,1%), con il corrispondente margine pari al 31,4% (33,4% nel FY 2020).

Il conto economico chiude con un risultato netto di Gruppo di 3,5 milioni, rispetto ai 4,8 milioni dell’esercizio precedente.

Dati operativi

La produzione di energia idroelettrica del Gruppo è stata pari a 154,1 GWh (-7,7% a/a), equivalente al consumo energetico di oltre 57 mila nuclei familiari medi. Ciò, peraltro, ha consentito di evitare l’emissione in atmosfera di circa 69 mila tonnellate di CO2.

Una dinamica attribuibile da un lato a condizioni metereologiche non particolarmente favorevoli, dall’altro a due eventi metereologici eccezionali che hanno danneggiato due impianti in Provincia di Brescia e Bergamo, pregiudicando in parte la loro piena funzionalità.

In particolare, l’alluvione sull’impianto bresciano di Iscla-Edolo, di proprietà dell’Azienda Elettrica Alta Valle Camonica (50% INBRE), ha arrecato danni significativi all’opera di presa, impedendone il regolare funzionamento. Danni diretti e indiretti che il management ha stimato in oltre 1 milione di euro. Il Gruppo ha effettuato le necessarie riparazioni che hanno consentito la ripresa della produzione alla fine del mese di dicembre ed è in attesa del relativo indennizzo assicurativo entro il prossimo giugno.

Il secondo evento alluvionale ha interessato la traversa di un impianto di Iniziative Bergamasche (50% INBRE), che tuttavia, “pur essendo stato allacciato alla rete elettrica e avendo dato avvio alla produzione commerciale, di fatto non è entrato in produzione”, ha spiegato il management, aggiungendo che “dopo avere garantito la sicurezza idraulica per le popolazioni a valle, Regione Lombardia si sta occupando della ricostruzione della traversa”.

Da segnalare inoltre che l’apporto dei nuovi impianti (9 entrati in funzione e 3 acquisiti) ha contribuito in misura ridotta alla complessiva produzione del 2021 in quanto alcuni di essi sono entrati in esercizio soltanto nel secondo semestre.

A fine anno 2021 il Gruppo conta su 44 centrali operative (+12 vs 2020), con un incremento della potenza installata totale del 18,5% a 57 MW.

Il Gruppo inoltre è titolare di una trentina di progetti in corso di sviluppo, di cui 14 concessioni in via di realizzazione (10,3 MW) e 20 iter concessori in corso di definizione (11,0 MW).

Stato patrimoniale

Sul fronte patrimoniale, al 31 dicembre 2021 il patrimonio netto si consolida a 75,9 milioni (+1,6 milioni a/a), dopo il balzo a 74,3 milioni registrato a fine 2020, in relazione al perfezionamento di due distinti aumenti di capitale, uno riservato a Dolomiti Energia Holding per 17,35 milioni e uno in opzione per 7,99 milioni.

L’indebitamento finanziario netto cifra in 87,4 milioni, in aumento di 36,2 milioni rispetto a fine 2020, principalmente per investimenti materiali per 25,7 milioni connessi al progetto sul fiume Arno e la distribuzione di dividendi per 3,7 milioni (0,72 euro per azione, remunerazione che sale dell’11% a 0,80 euro per azione a valere sull’utile 2021; 0,65 euro la cedola sull’utile 2019).

Ratio

Gli indici considerati riflettono l’aumento di capitale concluso nel 2020, prima, e l’incremento dell’indebitamento nel 2021, poi.

In diminuzione nel 2020, infatti, sia l’indicatore del rimborso del debito pari a 3,66x, dal 4,76x del 2019, sia il quoziente di indebitamento a 0,69x, dall’1,47x di fine 2019. Dinamica che si inverte nel 2021, con gli indici che salgono rispettivamente a 5,73x e a 1,15x.

Di buon livello, seppure in diminuzione, il ritorno per gli azionisti con il Roe 2021 pari al 4,79% (6,83% nel 2020).

Outlook

Il Gruppo prosegue con gli investimenti in centrali idroelettriche completando gli iter autorizzativi e concessori in corso e avviando i cantieri relativi alle centrali autorizzate.

In particolare, il Gruppo ha in corso la realizzazione dei 12 impianti sul fiume Arno, in Toscana, che, come indicato dal management, “saranno completati a partire dal 2022”. A regime, le centrali da circa 10 MW di capacità complessiva saranno in grado di produrre circa 55 GWh l’anno.

Il tutto senza tralasciare eventuali “opportunità di sviluppo esterno offerte dal mercato in cui opera, dando vita a nuove iniziative”.

Sul fronte dei numeri, Intesa Sanpaolo (Specialist della società), nello studio dell’11 aprile ritocca le precedenti stime per il periodo 2022-2024, evidenziando che la capacità installata del Gruppo, pari a 57 GW al dicembre 2021, dovrebbe crescere ulteriormente grazie agli investimenti in Toscana e raggiungere i 63 GW alla fine di quest’anno. Tuttavia, a causa delle minori precipitazioni nel 1Q22, gli analisti riducono la previsione di produzione da 233 GWh a 192 GWh nel FY22, segnalando però che le precipitazioni nel 2Q e nel periodo ottobre-novembre sono più rilevanti per la produzione, fattore che dovrebbe quindi fornire loro “maggiore visibilità nei prossimi mesi”.

Entro il primo semestre 2022 la società dovrebbe ricevere il risarcimento assicurativo da oltre 1 milione relativo all’incidente dell’impianto Iscla-Edolo.

Per il 2022 i ricavi sono stimati a 28,5 milioni (22,5 milioni nel 2021), per poi salire a 33,6 milioni nel 2024. L’Ebitda dovrebbe attestarsi a 21 milioni (15,3 milioni nel 2021) per portarsi a 26,3 milioni nel 2024, con il relativo margine in progressiva crescita fino ad attestarsi al 78,3% a fine periodo previsionale. L’utile netto è atteso a 6 milioni nel 2022 (3,5 milioni nel 2021) per salire a 8,6 milioni nel 2024, con il relativo margine in aumento fino al 25,6% a fine periodo previsionale.

L’indebitamento finanziario netto è stimato in crescita nel biennio 2022-2023, per poi scendere a 96 milioni nel 2024.

Alla luce di ciò, gli analisti hanno rivisto la raccomandazione a “Hold” e il prezzo obiettivo a 21,50 euro.

Borsa

Iniziative Bresciane capitalizza attualmente circa 104 milioni e, nonostante i volumi ridotti, risulta tra le società a maggiore capitalizzazione fra le Utility e Rinnovabili del mercato Euronext Growth Milan.

Positiva l’evoluzione della società in Borsa, che nelle ultime 52 settimane ha guadagnato il 5,3%, sovraperformando il Ftse Italia Growth (+3,7%) e collocandosi ora in area 20,00 euro. Dopo avere toccato un minimo a 17,7 euro il 2 luglio 2021, i corsi azionari hanno ripreso a salire raggiungendo un massimo di periodo a 21,40 euro l’11 gennaio 2022, una resistenza testata i giorni immediatamente successivi e poi ancora il 21 gennaio, 4 febbraio e 3 marzo.

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