Global Markets Energy – Greggio in rialzo dopo aumento prezzi Arabia Saudita

Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:

Giornata positiva per i mercati azionari: in Europa, il Ftse Mib guadagna l’1,8%, il Dax l’1,6% e il Ftse 100 l’1,4%. A Wall Street, il Nasdaq sale dell’1,8%, lo S&P 500 dell’1,4% e il Dow Jones dello 0,9%.

Ancora in rialzo le quotazioni del greggio in prossimità dei massimi da tre mesi, dopo che l’Arabia Saudita ha aumentato il prezzo ufficiale di vendita per il greggio leggero verso l’Asia segnalando fiducia nell’outlook della domanda.

Saudi Aramco ha aumentato il prezzo ufficiale di vendita (Osp) di luglio per il greggio leggero arabo verso l’Asia più delle attese di 2,10 dollari rispetto a giugno a un premio di 6,50 dollari, il più alto da maggio.

L’incremento dei prezzi ha fatto seguito alla decisione della scorsa settimana dell’Opec+ di aumentare la produzione per luglio e agosto di 648.000 barili al giorno, ovvero il 50% in più di quanto precedentemente previsto.

Permangono però i dubbi sul fatto che l’aumento dell’obiettivo di target mensile dell’Opec+ possa contribuire ad allentare un’offerta tirata. L’incremento dell’output è stato distribuito tra tutti i membri dell’Opec+, molti dei quali hanno poco spazio per aumentare la produzione e che comprendono la Russia, che deve affrontare le sanzioni occidentali.

Secondo alcune indiscrezioni, gli Stati Uniti starebbero considerando di consentire maggiori forniture di petrolio dall’Iran, attualmente colpito da sanzioni dopo il venir meno dell’accordo sul nucleare, al fine di controbilanciare il declino dell’offerta da Mosca.

Intanto, Citibank e Barclays hanno alzato le previsioni sui prezzi per il 2022 e il 2023, dicendo di aspettarsi un calo della produzione e delle esportazioni russe di circa 1-1,5 milioni di barili al giorno entro la fine del 2022.

Secondo fonti di stampa, Eni e Repsol potrebbero iniziare a spedire petrolio venezuelano in Europa già dal mese prossimo per compensare il greggio russo, riprendendo gli scambi di petrolio in cambio di debito interrotti due anni fa quando Washington ha intensificato le sanzioni contro il Venezuela. Il volume di petrolio che le due major dovrebbero ricevere non sarebbe però elevato e l’eventuale impatto sui prezzi globali del petrolio sarebbe modesto.