Terna celebra i 20 anni del cavo sottomarino che collega l’Italia con la Grecia e investe 750 milioni di euro per raddoppiare la capacità di scambio di energia elettrica tra i due Paesi che favorirà una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili.
La società guidata da Stefano Donnarumma ha inserito, infatti, la realizzazione della nuova interconnessione nel Piano di Sviluppo della rete elettrica nazionale, che prevede 18,1 miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni: un’opera da 500 MW di potenza e lunga 200 km, che vedrà l’avvio dei lavori nel 2023 e l’entrata in esercizio nel 2030. Attualmente, sono in corso gli studi per la definizione del tracciato e delle tecnologie da utilizzare.
Quella tra Italia e Grecia è stata la prima interconnessone elettrica con l’estero ad alta profondità realizzata in Italia e ha rappresentato il primo passo verso la definizione del ruolo del nostro Paese di “hub energetico del Mediterraneo”.
Il collegamento, ritenuto strategico dall’UE che ha contribuito alla realizzazione attraverso un finanziamento economico, consente gli scambi di energia tra Italia e Grecia e con i Paesi confinanti: in questi 20 anni sono transitati lungo la linea circa 40 miliardi di kWh di elettricità. L’opera consente di ottimizzare l’approvvigionamento di energia in fase di import e di avere maggiore flessibilità per la produzione dalle rinnovabili in fase di export.
L’infrastruttura è lunga complessivamente oltre 300 km. Per quanto riguarda la parte italiana, l’opera è costituita da 43 km di collegamento in cavo terrestre tra la stazione elettrica di Galatina (in provincia di Lecce) e l’approdo del cavo di Otranto. Il cavo sottomarino, lungo circa 160 km e con una profondità massima di circa 1.000 metri, arriva nella località di Aetos, da dove partono altri 110 km di linee aeree fino alla stazione elettrica di Arachthos.
In questi anni, Terna e il gestore di rete greco, Admie, hanno rafforzato la collaborazione sul tema energetico per rispondere ai cambiamenti in atto del mercato elettrico europeo e, in particolare, per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili soprattutto nei Paesi dell’area mediterranea.
Inoltre, con il progetto internazionale Selene (Southeast electricity network coordination center) hanno istituito un nuovo centro di coordinamento regionale – con sede a Roma e a Salonicco – per intensificare la cooperazione energetica e aumentare la sicurezza della trasmissione elettrica nella regione dell’Europa sudorientale, che coinvolge anche Romania e Bulgaria.